SAVA. “Dormo in auto. Ma tra poco mi metterò davanti al portone comunale”
La disperata lettera di un indigente savese indirizzata al sindaco pro tempore IAIA e alla responsabile dei Servizi sociali
E’ stata consegnata stamane all’ufficio protocollo del nostro Comune una lettera con la richiesta di urgente aiuto di un indigente savese. Dopo l’apertura di rito la lettera parte così: “Non ho una abitazione. Per me, per mia moglie e per il mio altro figlio”.
E’ Santino Cordasco, indigente savese, che si rivolge agli intestatari della missiva. Chiede un abitazione, al sindaco e alla funzionaria dei Servizi sociali savesi, e mette in evidenza che in questi giorni sta dormendo in macchina. Già, ma quanto durerà tutto questo enorme disagio?
Quest’ultimo, dal Cordasco, è sottolineato dall’inerzia amministrativa nel non voler affrontare i casi dei bisognosi savesi nonostante si fosse rivolto per la drammaticità del suo caso.
“Mi sono rivolto alla dirigente dei Servizi sociali chiedendogli se il nostro Comune avesse a disposizione alloggi per i disagiati. La risposta è stata negativa. Ma non ho avuto neanche un’indicazione. Tanto meno l’interessamento al mio caso disperato”.
Cordasco sottolinea, tra l’altro, la morte di Giuseppe Lomartire “è di pochissimi mesi la morte dell’emarginato Lomartire. Morto in mezzo alla strada alle 2 di notte, senza che nessuno si fosse interessato in modo determinante”.
E rivolgendosi con il dito dell’accusa dice che “le responsabilità dell’Ente comunale sui disagi dei cittadini ci sono tutte. In quanto violano palesemente il decreto del Presidente della Repubblica in cui si parla di un Codice comportamentale nei confronti di tutti i cittadini”.
La lettera si chiude con un “continuerò a dormine in macchina, e se la cosa persiste, mi piazzerò dinanzi all’ingresso del Comune”.
Giovanni Caforio