“Cultura” gender? No grazie!

“Cultura” gender? No grazie!

Funzionale solo alla distruzione dell’ordine naturale delle cose

In questi giorni, in ambito politico, si sta nuovamente discutendo sui diritti delle coppie omosessuali, sul matrimonio, sulle eventuali adozioni oppure sulla possibilità, per loro, di avere figli. Forse è bene iniziare a chiarire alcune cose, senza giudicare, ma con spirito critico.

Viviamo  un periodo storico  particolarmente duro, soprattutto perché si stanno minando alla base tutti i nostri valori più profondi. La destabilizzazione sociale che sta avvenendo attraverso l’abbattimento delle nostre radici  più profonde è disarmante, un popolo senza di esse è allo sbando.

Si sta mirando a distruggere l’ordine naturale delle cose.  Nell’universo esiste un principio creatore che ha  infuso in esso  delle regole ben precise e non le si possono disfare e giocare con esse come se fosse una partita a dadi.

Per fare alcuni esempi, oggi viene messo in discussione il ruolo di una madre e di un  padre.   Nelle scuole non si dovranno più identificare come madre e padre ma genitore 1 e genitore 2 per   non destabilizzare  eventuali coppie omosessuali.

Le varie associazioni, che si definiscono per i diritti umani, come LGBT ( lesbiche, gay,bisessuali, transgender) premono per  il diritto al matrimonio, il diritto ad adottare ed avere figli, magari con un un utero in affitto, senza tenere in considerazione del diritto del nascituro di avere una mamma e un papà che lo  abbiano concepito con un atto d’amore.

Il diritto ad avere un figlio non esiste, è un atto egoistico, esiste il diritto naturale di concepire  un bambino con un atto d’amore, ed è suo il diritto ad avere un  padre e una madre  che lo amino sin dalla sua nascita e che lo accompagnino nella sua crescita, lo stesso concetto vale anche per le adozioni.

Se cerchiamo sul dizionario cosa significa la “cultura” gender o di genere troviamo questa spiegazione: “gender/genere Il termine italiano genere traduce l’anglosassone gender, introdotto nel contesto delle scienze umane e sociali per designare i molti e complessi modi in cui le differenze tra i sessi acquistano significato e diventano fattori strutturali nell’organizzazione della vita sociale.

Il gender ha così assunto il ruolo di categoria di analisi e interpretazione della conformazione esclusivamente sociale dei ruoli maschili e femminili, applicabile quindi a donne e uomini, considerando le une e gli altri come insiemi ampi e articolati, attraversati da differenze di ceto, culturali, etniche, religiose, di orientamento sessuale, di età, ecc”.

Quindi secondo  la “cultura” gender il fatto di essere uomini o donne   deve dipendere solo da un fatto culturale e quindi il comportamento maschile o femminile   non  deve essere influenzato  dal   sesso fisiologico, così in questo modo uno potrà scegliere, durante il proprio percorso di vita, se  diventare  lesbica, gay,bisessuale o transgender.

Per quanto riguarda invece la tutela di tutti i diritti delle coppie omosessuali ritengo giusto che sia rispettato il loro amore,  oppure,   ad esempio, che in un ospedale uno di loro possa essere curato  dal  proprio partner, oppure  nel caso di una  eventuale eredità,  in caso di morte,  deve essere preso in considerazione anche il convivente  e non solo eventuali familiari.

Ma bisogna stare molto attenti quando si parla  di  queste tematiche, perché  il pensiero unico, quello cosiddetto radical chic di sinistra, in questo caso ti etichetta immediatamente come omofobo.  

Quindi mi tocca precisare che non ho nulla contro l’omosessualità, c’è sempre stata nella storia tante persone anche  illustri erano omosessuali, anche Pasolini  lo era, ed era  un uomo certamente       degno di stima, però lui non ha mai messo in discussione il ruolo fondamentale della famiglia tradizionale, oppure non ha mai espresso  la volontà di avere un figlio.

Il punto è, che  attraverso la scusa dei diritti  umani, si sta portando un attacco definitivo alla famiglia tradizionale, come l’abbiamo conosciuta nei millenni  e difendere la famiglia non significa  essere “omofobi”.

Tempo fa ho letto un ulteriore libro del prof. Auriti dal titolo “L’occulta strategia della guerra senza confini”, un libro che racchiude  i suoi  interventi del II Convegno nazionale del Centro di Studi Politici e Costituzionali dell’Ottobre 1972, che naturalmente  consiglio a tutti di leggere come anche  altri suoi libri  . Anche in questo caso il professore è stato profetico, quando a pagina 37  si legge.

“Dunque il monismo filosofico non ha operato solamente nella deformazione dei giudizi di valore che riguardano la strumentalità d’uso ( come ad esempio l’uso della moneta con il valore invertito da credito a debito), ma di tutti i giudizi di valore: anche dei valori estetici, artistici e di costume.

L’alterazione del fenomeno sessuale, per esempio.  Ricordo che dieci anni fa ( quindi in questo caso il professore si riferisce   al 62) all’Università di Roma tenni una conferenza che fece scandalo perché dissi  che se si parte da una scelta di monismo filosofico, si arriva all’ermafroditismo. Perché  vedete, l’uomo è un animale sessuato e l’accoppiamento fra l’uomo e la donna, grosso modo, è un contratto. Il contratto presuppone la dualità.

Quando noi abbiamo invece il monismo filosofico, la risultante è il contratto con se stesso, che in termini di psicologia si chiama solipsismo,  che in termini di valutazione dei fenomeni sessuali si chiama ermafroditismo.

Il potenziamento di questo tipo di cultura è una strategia che serve alle classi dominanti. Tanto è vero che in Italia, come in tutto il mondo, chi lancia la moda sono gruppi di potere attraverso i loro grossi canali di comunicazione, stampa,televisione,cinema,ecc.

Attraverso questi fenomeni, che sembrano fenomeni assolutamente marginali,neutri,rispetto alle conseguenze politiche e pratiche, noi avvertiamo un fatto fondamentale: cioè che da queste sollecitazioni si inverte la convenzione nel significato dei simboli. Un poeta tedesco , Johann Fischart, diceva che un satrapo  (nome dato ai governatori delle province degli antichi imperi  medi e persiani) per comandare meglio faceva fare agli uomini quello che dovevano fare le donne e viceversa, perché  quando il potere politico si trova di fronte a dei mezzi uomini e a delle mezze donne, non si verificherà mai una rivoluzione capace di modificare l’ordinamento costituito.

La tecnica della femminilizzazione dell’uomo e della virilizzazione della donna è una tecnica che è uno stile di dominazione del nostro tempo perché impedisce le rivoluzioni giuste. Ecco perchè oggi ci dobbiamo difendere con una consapevolezza culturale del fenomeno onde evitare di essere strumentalizzati inconsciamente”

Il professore, partendo da delle basi fortemente filosofiche, ha profetizzato  ben sessant’anni prima cosa sarebbe accaduto oggi.  Ci aveva avvertito cosa sarebbe successo con l’inversione dei valori e a cosa avrebbe portato l’attuazione del “monismo filosofico” (1)   , tutti noi dal momento in cui veniamo al mondo siamo stati proiettati in una dimensione dualistica(2) dell’universo, dove coesistono gli opposti : luce ed oscurità,  male e bene, yin e yang, principio maschile e principio femminile.

Pertanto, se è pur vero, che tutto ha origine da un unico principio creatore cosciente, che possiamo chiamare Dio, tutti noi, incarnati nel nostro corpo,  essendo rilegati ad una dimensione duale,  siamo costretti a subire   le leggi che vi sono in questo universo dove coesistono gli opposti.

Per comprendere quello che ci accade attorno e liberarci dalla confusione, dobbiamo necessariamente ritornare ai principi fondamentali.

Chi scrive la storia sono i filosofi, i politici l’attuano sotto dettatura.  Ma oggi siamo andati oltre,   come  vi ho esposto precedentemente, oggi la  politica sposa idee e nuovi costumi comportamentali, infusi nella società da lobby di potere attraverso i loro grossi canali di comunicazione, stampa, televisione, cinema, oppure  musica, arte   e cultura dominante.

Cosimo Massaro

Nota 1)

Dottrina tendente alla riduzione della pluralità degli esseri a un unico principio o un’unica sostanza. L’introduzione nel linguaggio filosofico del termine monista sembra sia dovuta a Wolff che così lo definiva: «si chiamano monisti (monistae) i filosofi che ammettono un solo genere di sostanza». Wolff quindi riferiva il termine alla dottrina metafisica che riconduce tutti gli esseri a un unico principio (spirituale o materiale), contrapposta a ogni forma di dualismo. Ma nell’uso il termine è entrato più tardi ed è stato applicato in modi diversi per indicare disparate prospettive filosofiche in cui si individuava la riduzione della pluralità degli esseri a un’unica sostanza, o essere, staticamente o dinamicamente intesi. Così è stato usato per indicare la filosofia hegeliana

Nota 2)

Il dualismo è una concezione filosofica o  teologica che vede la presenza di due essenze o principi opposti ed inconciliabili; è quindi una concezione contrapposta a quella del  monismo

 

viv@voce

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