SAVA. Via Del Prete: alberi rachitici e pronti alla morte …
Un’incuria spaventosa del patrimonio pubblico. Ecco l’esempio di come l’amministrazione IAIA ha cura, e rispetto, del verde urbano
Saranno state forse un centinaio di volte che, dalle pagine del nostro giornale, in questi ultimi quattro anni abbiamo lanciato il grido di allarme per questa morìa di aranci selvatici collocati oltre un ventennio fa dall’allora sindaco Aldo Maggi quando fu fatta la nuova pavimentazione del lastricato: via i vecchi mattoni in cemento pressato e al loro posto tavelle di marmo bucciardato.
Oltre, s’intende della collocazione di nuovi pali elettrici in ghisa in sintonia con tutto il nuovo arredo. Aranci selvatici che, forse non erano gli alberi più adatti visto il poco spazio in cui vennero messi a dimora, a tutt’oggi dimostrano solo una cosa: l’incuria. Quest’ultima è dettata, anzi è a vista d’occhio, dalla visione che quotidianamente ci viene offerta. Alberi affetti da “cocciniglia”, parassita degli aranci, la quale non viene debellata e, a sua volta, costruisce la “mielata”.
Quest’ultima, oltre ad intaccare il frutto fa comparire il fogliame degli alberi di colore quasi nero. Ma questa “mielata” cade sul lastrico della pavimentazione, diventa appiccicoso e dà origine ad un colore nero ben evidente al passaggio dei pedoni, i quali la notano sotto le loro suole.
Addirittura le panchine che intervallano gli alberi sono muniti, a volte, di cartoni che mettono i savesi per non sporcarsi!
E quindi non viene quasi preso nessun provvedimento. Questa estate, con un caldo africano, furono annaffiati questi alberi ad una velocità supersonica: in meno di dieci minuti un gettito d’acqua, ad una pressione stratosferica, da un autobotte diede rinfresco a questa trentina di alberi. Poco. Anzi pochissimo. Ovvero, nulla!
Il nostro giornale denunciò questa spreco di denaro pubblico dalle sue pagine. Ma niente di niente fu fatto. Tanto meno richiamare la ditta che aveva avuto l’incarico e di far rifare i lavori! Dopo qualche settimana, e qui parliamo del torrido luglio, un operatore ecologico munito di pompa a spalla spruzzò su questi alberi un disinfettante. Risultato? Gli alberi stavano come prima. Forse … era acqua fresca?
E anche qui, credo, che l’amministrazione IAIA avrebbe dovuto richiamare la ditta incaricata a far rifare i lavori. Ma questo non si usa nel nostro paese. Si usa, invece, per le ditte “amiche” che fanno i lavori di ordinaria amministrazione di emettere immediatamente le fatture all’incasso. Eh si. Questo si usa.
Senza nessun controllo da parte di chi è pagato, oltre ad essere preposto, alla idoneità dei lavori. Ma il parco pubblico savese è all’ennesima potenza del degrado. Non parliamo delle strade. Per carità! Altrimenti usciamo fuori traccia! Ai giorni nostri questi alberi di arancio selvatico stanno dando un immagine certa: l’incapacità di chi amministra questo paese, il quale credeva che amministrare Sava sarebbe stata una “passeggiata”.
Ne prendiamo atto. In questi quattro anni di amministrazione IAIA sono state ben altre le priorità.
Si ma … quali?
Giovanni Caforio