Dipendenza da oppioidi nei neonati. L”epidemia” solo americana?

Dipendenza da oppioidi nei neonati. L”epidemia” solo americana?

Un’emergenza alimentata dalla pronta disponibilità di analgesici ed eroina a buon mercato, mentre anche in Italia viene segnalato un nuovo boom dell’uso di questa droga

Una serie di flop nei tentativi di affrontare ciò che il presidente Barack Obama ha definito “epidemia” americana della dipendenza da oppioidi tra i neonati, avrebbe generato una vera e propria emergenza che sarebbe alimentata dalla pronta disponibilità di analgesici ed eroina a buon mercato.

In ciascuno dei 27.000 casi di sindrome di astinenza neonatale diagnosticati in USA nel 2013, gli operatori ospedalieri erano a conoscenza delle condizioni dei piccoli. La prova sono le schede di dimissione dei pazienti che dimostrano i trattamenti dei bambini per curare la sindrome.

I medici che si specializzano in questi casi, sostengono che se a volte la condizione è straziante per i piccini, tuttavia è curabile e non deve tradursi in un danno a lungo termine per il bambino. Ma una diagnosi fatta nei primi giorni di vita del bambino dovrebbe servire da avvertimento. Essa indica spesso che una madre è alle prese con la dipendenza, sollevando dubbi circa la capacità di una famiglia a prendersi cura del bambino.

Sono le più piccole vittime dell’epidemia di eroina, i bambini che soffrono di sintomi di astinenza dopo essere stati esposti al consumo di droga delle loro madri.

A Winchester, Virginia, per esempio, un’area duramente colpita dai decessi per overdose di droga, l’assistenza sanitaria e le forze dell’ordine stanno conducendo uno sforzo a livello comunitario per affrontare la questione. Presso il Winchester Medical Center, a circa 12 miglia a sud ovest del confine con la West Virginia, medici e infermieri hanno cominciato a notare un aumento di segni di difficoltà nei neonati circa due anni fa.

Si chiama sindrome da astinenza neonatale. Quando i bambini sono esposti a eroina o altri oppiacei nel grembo materno.

“I bambini sono molto irritabili. Il loro tono muscolare è aumentato. Sono molto nervosi … sono molto difficili da consolare. Spendono un sacco di tempo ed energia a piangere”, ha affermato Teresa Clawson, direttore sanitario del Winchester Hospital del reparto di terapia intensiva neonatale.

L’alimentazione dei neonati che soffrono di astinenza da eroina è difficile, e se non vengono curati, potrebbero non riuscire a guarire. Mentre fondamentale è la diagnosi nei primi giorni di vita per fornire cure adeguate che com’è noto negli USA non sono garantite universalmente e quindi risultano essere insufficienti per coloro che non hanno diritto all’assistenza anche attualmente nonostante la nota riforma sanitaria voluta da Barack Obama.

Al di là, quindi, dei problemi che riguardano il sistema di welfare americano ed i numeri sconvolgenti circa il dilagare della sindrome in quel paese, risulta evidente che il problema riguardi anche l’Europa e la nostra nazione dove la situazione appare sottovalutata ed è pressochè impossibile conoscerne le cifre per capire come viene effettuata la lotta a questa piaga.

Non bisogna, dunque, nascondersi dietro un dito, sottolinea Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, tantopiù che da tempo andiamo denunciando la riscoperta dell’uso di eroina in Italia da parte dei giovani, un fenomeno che appariva dimenticato e che oggi sta tornando drammaticamente alla ribalta come tanti segnali tra cui sequestri e siringhe in strada e nei luoghi pubblici ci stanno preannunciando.

Ovvio, che la regola del “prevenire è meglio che curare” sia la migliore soluzione, ma spetta agli operatori sanitari ed ai pediatri verificare prontamente le condizioni di salute e diagnosticare l’eventualità della sindrome in questione nei confronti dei neonati, per poter consentire le immediate cure del caso a questi piccoli che mai possono meglio definirsi come totalmente incolpevoli.

 

viv@voce

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