SAVA. Intervista a Salvatore De Felice. “Ecco perché la condotta della CERIN è stata giudicata tanto grave da comportare l’interruzione di ogni rapporto”

SAVA. Intervista a Salvatore De Felice. “Ecco perché la condotta della CERIN è stata giudicata tanto grave da comportare l’interruzione di ogni rapporto”

Il delegato amministrativo alle finanze (ai tributi) sui temi: la CERIN, l’ufficio tributi, le accuse dell’ex assessore Maurizio Pichierri, la segretaria comunale, il sindaco IAIA e la decisione sulla sospensione della costruzione del depuratore consortile

A meno di 20 giorni, dalla scadenza contrattuale alla Cerin, società che riscuote i tributi comunali per il nostro Comune, viene revocato il contratto. Che è successo?

E’ accaduto che il Responsabile del Servizio Finanziario con determinazione n. 39 del 4 dicembre scorso ha comunicato alla CERIN la volontà di far cessare il contratto in corso con la motivazione che si erano verificati fatti tali da concretare un grave inadempimento di alcune clausole del contratto sottoscritto dalla CERIN stessa.

A seguito di tale decisione, che ha comportato l’interruzione dei servizi che la CERIN forniva sia al Comune che alla cittadinanza, l’Amministrazione comunale ha immediatamente rimodulato le modalità di esercizio del servizio di riscossione dei tributi minori, per intenderci la tassa di occupazione di suolo pubblico e quella sulla pubblicità, disponendo che ad occuparsene fossero direttamente gli uffici comunali e che gli importi fossero versati su conti intestati direttamente all’ente.

Eppure la scadenza contrattuale riguardava solo la raccolta dei tributi comunali fino a dicembre 2013, con solo quella dei tributi minori con scadenza dicembre 2015 …

La motivazione della risoluzione prescinde dall’oggetto e dai tempi del contratto, ma riguarda la condotta della società di riscossione che è stata giudicata tanto grave da comportare l’interruzione di ogni rapporto.

Sullo sfondo non vi è soltanto la paventata irregolarità nella esecuzione del contratto, ma anche il pericolo, che soltanto oggi è stato ritenuto concreto ed effettivo, del danno che dalla condotta della società sarebbe potuto derivare non solo per le finanze dell’ente comunale, ma anche per gli stessi cittadini attinti da atti di riscossione, i quali avrebbero potuto vedere vanificati i sacrifici fatti per effettuare, in tutto o in parte, i pagamenti intimati.

Seguo le fonti d’informazione e so che la vicinanza tra l’atto risolutivo e la scadenza contrattuale naturale è da taluni considerata “sospetta” in rapporto ai tempi di emersione della condotta irregolare della società, ma come ho detto innanzi il fattore tempo in questa vicenda viene in considerazione soltanto sotto l’aspetto della reiterazione della condotta, che è elemento necessario affinché si abbia non un semplice inadempimento contrattuale, ma quel grave inadempimento che giustifica la risoluzione contrattuale unilaterale. 

Leggendo la determina di Colucci, responsabile comunale dei servizi finanziari del nostro ente, la quale revoca immediatamente il contratto tra le parti sono le diverse inadempienze contrattuali già dal 2013.  E’ da gennaio 2013 che le note del Comune inviate all’agente riscossore si susseguono inesorabili quasi con scadenza bimensile lamentando obblighi di rendicontazione, riversamenti, violazione di decreti leggi, eccetera eccetera. Come mai questo atto di “forza”, alla luce di accuse così gravi, non è stato fatto prima?

Il nostro ordinamento prevede che perché si prefiguri una legittima risoluzione unilaterale del contratto l’inadempimento sia grave. La gravità della condotta che disattende o lede clausole contrattuali può discendere non solo da un unico fatto rilevante, ma anche dalla reiterazione di condotte pregiudizievoli per gli interessi dell’altra parte.

Come ho già detto innanzi, nel nostro caso la CERIN, secondo la ricostruzione dei fatti compiuta dall’Amministrazione comunale, ha posto in essere una serie di violazioni contrattuali che nella loro totalità sono divenute non più tollerabili anche alla luce del mancato riscontro alle richieste, sempre più pressanti da parte del Settore Finanze, di rimettersi in paro con i tempi dei riversamenti degli introiti fiscali.

I ritardi accumulati nella esecuzione di tali riversamenti e la mancata regolare rendicontazione degli introiti, secondo la valutazione compiuta dal Responsabile del Servizio Finanziario, hanno permesso soltanto oggi di ritenere grave l’inadempimento contrattuale della CERIN.   

Da più parti si sente parlare di soldi mancanti alle casse comunali. Alcuni azzardano che è mezzo milione di euro. Cosa c’è di vero in questo?

Intanto io auspico che la CERIN possa chiarire la propria posizione. Anzi, ritengo che se tali chiarimenti fossero giunti nei tempi e nelle forme opportune oggi non si parlerebbe di un rapporto contrattuale finito male. Quanto alle conseguenze finanziarie, al momento non vi sono dati certi proprio perché la rendicontazione degli incassi non è stata puntuale così come voluto dal contratto in essere fino a qualche giorno fa.

Con la visita delle Fiamme gialle negli uffici della Cerin, dopo l’Esposto fatto dal nostro Comune, che scenario si aprirà?

Gli aspetti di rilevanza penale della vicenda sono tutti da chiarire, vista la fase necessariamente embrionale delle indagini. Nel rispetto del compito del magistrato, però, ritengo di tenere per me le mie considerazioni sul punto.

Senz’altro tu, da delegato ai Servizi Finanziari del nostro Comune, ha assistito ai diversi “balletti” del contribuente savese. Della serie “Andate alla Cerin, sono loro che hanno sbagliato” rispondevano all’Ufficio tributi comunale, oppure “Andate all’ufficio tributi del Comune, sono loro che ci hanno dato i dati sbagliati”. Quindi il contribuente savese veniva sballottolato da una parte all’altra senza venirne, quasi mai, a capo. Perché è successo tutto questo?

Il rapporto di collaborazione con la società di riscossione non è mai stato perfetto, e di sicuro non è stato scevro di difetti neppure l’operato dell’Ufficio Tributi del Comune di Sava, nonostante l’impegno profuso dai dipendenti comunali.

Per quanto concerne l’Ufficio Tributi dall’inizio della consiliatura ad oggi si è cercato di migliorarne l’efficienza e ritengo che siano stati fatti molti passi in avanti. Di certo, però, non ha aiutato a raggiungere risultati anche migliori né il deficit organizzativo che l’attuale amministrazione si è trovata ad affrontare, nell’evoluzione normativa nel campo dei tributi locali, che ha costretto gli uffici comunali a confrontarsi con norme e regolamenti che mutavano di anno in anno anche nelle stesse categorie di imposte e tasse.

L’Ufficio Tributi savese, ai giorni nostri, è in grado di sostituire degnamente il riscossore sbattuto fuori dalla finestra?

Lo sarà se saranno fatti i dovuti investimenti sia nel campo delle dotazioni tecniche che in quello della formazione delle risorse umane. Passata questa tempesta legata alla CERIN  la riorganizzazione del settore sarà l’obiettivo principale che questa amministrazione dovrà perseguire obbligatoriamente sia perché i tributi locali costituiscono oramai la principale fonte di finanziamento del bilancio degli enti locali, sia perché il corretto funzionamento degli uffici fiscali è un diritto del cittadino. 

Andiamo alla politica, era ora! Defenestrato il fido, di IAIA, a nome Maurizio Pichierri. “E’ venuto meno il rapporto di fiducia”: non è troppo riduttiva questa risposta data del primo cittadino savese dopo averlo estromesso dalla squadra amministrativa?

Caro Giovanni, intanto non ritengo che il venire meno della fiducia nella persona che gestisce una branca di una pubblica amministrazione sia affare da poco.

Forse tu ed altri avreste preferito che il Sindaco si soffermasse anche pubblicamente sulle ragioni, o sui fatti, che hanno fatto cessare questo rapporto di fiducia, ma l’esperienza ci insegna che tanta generosità può portare solo a far aumentare il livello delle polemiche, e un Sindaco deve guidare il Comune ed organizzare la macchina amministrativa e non alimentare un conflitto che nulla ha di politico e che si fonda su rapporti personali deteriorati.

Credo, però, che inevitabilmente della revoca dell’ex assessore si tornerà a parlare nella prossima campagna elettorale e tutte le curiosità saranno ampiamente soddisfatte.

“Il sindaco IAIA è un incapace”. Recita così l’ex assessore alle Attività produttive. Accuse, politiche-amministrative, abbastanza corpose e che, tra l’altro, IAIA non ha manco risposto ad accuse così pesanti. In genere si dice che quando uno non risponde, vuol dire che quello che viene detto sul suo conto corrisponde al vero.  Tu di questo che ne dici?

Non credo, e lo dico con sincerità, che alla persona di Dario Iaia possa essere attribuita una tale valutazione così negativa e, mi permetta, offensiva. D’altro canto Maurizio Pichierri ha parlato di incapacità a tenere unito il Patto per Sava e ad attuarne il programma, e tale valutazione è, ovviamente, fortemente condizionata dal degradarsi del proprio rapporto personale con il Sindaco.

E dico questo perché prima della conclusione del suo percorso amministrativo l’ex assessore nelle occasioni di confronto tra i componenti l’amministrazione comunale non si mostrava così critico nei confronti dell’operato e delle capacità del Sindaco. Anzi al contrario.

Vedi, caro Giovanni, nella conclusione della esperienza politica di Maurizio Pichierri nella amministrazione Iaia emerge uno dei fattori che ha caratterizzato la nascita del “Patto per Sava”: il ruolo centrale e di collante di Dario Iaia che si è concretizzato nella creazione di una coalizione politicamente molto eterogenea. Il contraltare di tale impostazione iniziale è che anche la prosecuzione del rapporto politico-amministrativo dipende principalmente dalla sopravvivenza del rapporto personale con il Sindaco.

Purtroppo nella attuale fase non pare si possa sfuggire a tale livello di personalizzazione dei rapporti politici, basti pensare a quanto sta accadendo in questi anni in Italia, con leadership forti e carismatiche che hanno compensato lo scarso appeal dei partiti sul piano ideologico.

Tante promesse elettorali di IAIA, pare che si sono squagliate al sole. E, a sentire Maurizio Pichierri, il sindaco di Sava lo fa la segretaria, la quale detta l’agenda. Il tuo parere?

L’immagine adoperata da Maurizio Pichierri è forte e suggestiva. Sindaco e segretaria hanno compiti diversi che devono essere svolti all’unisono. La gestione amministrativa che prescinda dalle regole burocratiche è destinata al fallimento; al tempo stesso una gestione condizionata dalla burocrazia perde di valore e di qualità democratica, posto che nel nostro ordinamento gli enti sono strutturati per avere una guida rappresentativa degli interessi della cittadinanza.

Forse l’ex assessore avrebbe voluto una gestione amministrativa più “libera” e svincolata e ciò potrebbe essere stato motivo di attrito con la componente burocratica. Il suo attuale giudizio, pertanto, è condizionato dalla sua esperienza personale negativa. Quanto alle promesse elettorali, sappiamo quale è il loro valore. Purtruttavia ritengo che nelle linee essenziali il programma venga attuato, nonostante la squadra amministrativa abbia subito importanti rimaneggiamenti ed abbia dovuto fare a meno di due soci-fondatori del Patto per Sava come lo stesso Maurizio Pichierri ed il vice Sindaco Fabio Pichierri.

Amministrazione IAIA. Da 1 a 10 che voto dai?

Non mi piacciono i voti quale espressione di una valutazione, ma sto al gioco. Dò un sette che può diventare otto fino alla fine della consiliatura se saranno raggiunti alcuni obiettivi per i quali si sta lavorando in questi giorni.

Mi riferisco, oltre a quanto già detto per il settore delle finanze, alla approvazione definitiva dei piani particolareggiati maturi per l’attuazione, alla approvazione del Piano Urbanistico Generale, al rilancio dell’azione amministrativa nel settore dei servizi sociali sfruttando al meglio le potenzialità di un Piano di Zona che pare avere trovato una maggiore efficienza, ad una maggiore attenzione per le opere di urbanizzazione (strade, acqua potabile, ecc.), ed, infine, ad un maggiore protagonismo in campo culturale, posto che negli ultimi tempi l’attività in questo settore si è “adagiata” sull’azione, meritoria e meritevole, delle associazioni locali.   

Mancano poco meno di 15 mesi alla fine dell’amministrazione IAIA, un tempo detto “Patto per Sava”. Oggi, pare che non esiste più. Persi molti puntelli vitali del cartello. Il sindaco pro tempore IAIA porterà di nuovo in dote, per una probabile ricandidatura gli uscenti Consiglieri che fanno di nome De Felice e Agusto?

Non so cosa farà l’amico Corrado Agusto, ma io ho già deciso che non sarò della partita con lo stesso ruolo di candidato dell’ultima tornata elettorale. La mia decisione scaturisce non da una valutazione negativa della esperienza amministrativa in corso, e non dipende dal rapporto con il Sindaco Iaia, che è improntato ad un rispetto ed una stima che sono andati crescendo in questi anni.

Pur tuttavia i miei valori ed ideali politici, che una volta si sarebbero detti di sinistra, insorgono dentro di me in talune circostanze nelle quali emerge la prevalente diversa estrazione politica degli altri partners della coalizione.

Io sono e resto un sostenitore della politica fatta dai partiti, anche se l’attuale precario stato di salute di queste entità intermedie è fortemente condizionato dalle conseguenze dei mutamenti economici e sociali degli ultimi venticinque-trenta anni, e, per quanto concerne l’Italia, anche da vicende giudiziarie che hanno inciso sull’assetto dei poteri istituzionali. Nonostante il mancato impegno diretto, però, spero e mi auguro che vi siano i presupposti per dare il mio sostegno fattivo da semplice cittadino ad una nuova edizione del Patto per Sava.

Per finire, è notizia delle ultime ore la sospensione ufficiale della fase di realizzazione del depuratore di Manduria. Quale è il tuo commento.

Non mi stancherò mai di dire che la vicenda del depuratore consortile di Manduria e Sava è l’emblema del fallimento della classe dirigente (politica e tecnica) di questa parte d’Italia.

Quanto alla sospensione, era nell’aria perché il Presidente Emiliano, persona istintiva anche nelle occasioni in cui necessiterebbe una maggiore riflessività, ma comunque coerente, aveva lasciato intendere che la vicenda in questione sarebbe stata trattata diversamente da quanto aveva fatto il suo predecessore. Ad ogni modo, la scelta di Emiliano mi sembra un passo che vada nella direzione di fare finalmente chiarezza rispetto alle intenzioni della Regione Puglia.

Adesso, confidando in un clima più sereno, auspico che siano assunte quanto prima tutte le decisioni consequenziali alla svolta impressa alla vicenda. Mi attendo, perciò, che siano risolti sia i problemi di progettazione della variante o delle varianti al progetto, che le questioni normative legate alle modalità di smaltimento delle acque depurate.

Vi è poi l’aspetto contrattuale, poiché vi è già una azienda che attende di sapere la sorte dell’appalto che si è vista assegnare già da qualche tempo. Sono tutte questioni spinose che non saranno risolte con la demagogia, ma avranno bisogno di sapienza e competenza tecnica e politica. Speriamo di non dovere assistere a qualche compromesso al ribasso e che, invece, tutte le componenti interessate sappiano agire inseguendo una sorta di riscatto che ci permetta davvero di fruire, anche sotto il profilo economico, delle nostre bellezze naturali ricreando un equilibrio tra le esigenze umane e quelle ambientali.

Ed è in questa direzione che andava il documento approvato all’unanimità dal Consiglio comunale di Sava, nel quale tutte le forze politiche hanno rivendicato il diritto dei cittadini savesi di vedere completato in tempi brevi l’impianto fognario esistente con la costruzione del depuratore consortile, senza con questo volere affermare, come maldestramente è stato detto da qualche rappresentante istituzionale regionale in carica, che si sia voluto porre un ultimatum alla Regione per la costruzione della condotta sottomarina. Ciò è falso, come è falso che i cittadini savesi siano incuranti verso le problematiche ambientali poste dai conterranei manduriani ed avetranesi.

Quello che si vuole è, invece, che la Regione Puglia non perda di vista la ragione per la quale l’iter di costruzione del depuratore è stato avviato più di un decennio fa: dotare l’ampia zona compresa tra Sava e le marine di Manduria di un servizio di depurazione delle acque fognarie che porti anche le nostre comunità territoriali allo stesso livello di servizi pubblici di altre zone d’Italia.

Giovanni Caforio

 

 

 

 













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