SAVA. La triste storia di Santino Cordasco: “l’invisibile” costretto a dormire nella sua auto davanti agli uffici dei Servizi sociali
Cordasco: “Vi racconto cosa è accaduto”. Un’amara verità compensata dall’amore dei suoi nipotini
“La caparbietà è la forza che, nonostante le avversità, ti permette ancora di parlare, di far udire la tua voce e di raccontare la tua storia”, questo è il caso del “povero” Santino Cordasco, denominato “l’invisibile savese”, il quale è costretto a vivere nella sua auto dinanzi alla sede dei Servizi Sociali.
Questa è la sua storia, queste sono le sue parole, questa è la sua sofferenza, ma, questa è, soprattutto, la sua volontà. La volontà di parlare, di rispondere alle domande poste dal nostro direttore, Giovanni Caforio, di comunicare e rendere evidenti, non solo le sue vicissitudini, bensì, l’intento di far comprendere l’assurda realtà politica-amministrativa che governa, nello specifico, un piccolo Comune della provincia ionica. Parvenza e disinteresse, questo l’iter da rispettare al fine di poter affrontare i seri problemi dei cittadini?
Santino Cordasco, costretto, da diversi mesi, a vivere nella sua auto dinanzi all’edificio dei Servizi Sociali. Perché ti trovi in questo stato?
“A marzo persi il mio lavoro e, solo dopo un paio di mesi, la mia situazione precipitò drasticamente. Mi rivolsi alle istituzioni di questo paese, agli amministratori, al sindaco, ai Servizi sociali, senza mai ricevere alcun tipo di riscontro”.
Perché scegliere di dormire in macchina? Non vi era un posto ove pernottare?
“A maggio mi stabilii da mio figlio, a sua volta padre di 4 figli. Naturalmente, non mi sentivo in dovere di dimorare lì per diverso tempo, dato che una famiglia ha bisogno dei suoi spazi e, io, non potevo disturbare la loro serenità”.
In tutti questi mesi, una volta venuti a conoscenza del tuo caso, nessun amministratore ha mostrato interesse, aiutandoti?
“Il sindaco, Dario IAIA, mostrò interesse solo in un primo momento, trovandomi anche un posto in cui stare. Ma, dopo una serie di vicissitudini, vi fu solo un “silenzio tombale””.
Dunque, il sindaco IAIA ha seguito la tua vicenda solo per breve tempo, disinteressandosi successivamente?
“Sì. In aggiunta: tempo fa, diedi, al sindaco, una lettera. Una missiva che desideravo indirizzare al presidente Mattarella, ove facevo il punto della situazione, raccontando le problematiche del nostro paese, ma, al contempo, elogiando abbondantemente il primo cittadino.
Lui rappresenta la nostra cittadinanza e, sinceramente, non penso che meriti tutti questi complimenti”.
Servizi sociali: dovrebbe essere la “branca amministrativa” che dovrebbe interessarsi delle persone indigenti, di quelle emarginate e di quelle che hanno bisogno delle più elementari forme di sussistenza. Hai “bussato alla porta” dei Servizi Sociali?
“Sì, in più di una circostanza, poiché, tutto quello che ho protocollato e inviato al Comune, l’ho indirizzato ai Servizi Sociali. Dopo varie insistenze, l’unica risposta che mi venne data fu:”Cambia paese””.
Addirittura, la risposta che ti venne data fu: “Cambia paese, perché questo non è in grado di risolvere i tuoi problemi”?
“Esattamente”.
Cordasco, hai fatto diverse denunce e, ultimamente, hai fatto anche un esposto citando alcuni articoli della Costituzione. Potresti, gentilmente, rammentarli per far comprendere ai lettori su quali fai leva per la risoluzione del tuo problema?
“Dunque, io ho citato i seguenti articoli della Costituzione: 1, 2, 3, 4, 21 (libertà di manifestare il proprio pensiero con la parola, con lo scritto e con ogni mezzo di diffusione), 24 (diritto di agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi), 28 (responsabilità penali e civili dei dipendenti pubblici), 38 (la descrizione della mia problematica), 41 (un processo economico di utilità sociale) e il 54 (il dovere di essere fedeli alla Repubblica, osservando la Costituzione e le leggi)”.
A tuo avviso, le querele e gli esposti concretizzeranno dei validi risultati che contribuiranno a migliorare la tua situazione?
“Credo di sì. Mi sono rivolto alla procura e, quest’ultima, non può contrastare la Costituzione, perché deve osservare le normative vigenti”.
In soli quattro ore, dalla pubblicazione dell’articolo concernente la tua situazione, il riscontro dei lettori è stato ottimo, poiché sono state superate le 4300 visualizzazioni. Che segno è, questo, per te?
“Questa è “solidarietà” nei confronti di un problema di natura sociale, divenuto, ormai, all’ordine del giorno”.
Ultimamente hai incontrato il sindaco IAIA?
“Sì, proprio stamattina”.
Cosa ti ha detto?
“In parte era preoccupato per le inesattezze (dice lui) riportate nella recente intervista che ho rilasciato. Io mi assumo le mie responsabilità e, anche, dinanzi al giudice ripeterò quanto riportato e dichiarato, perché la mia coscienza è la mia dignità”.
Ti auguriamo che la circostanza volga a buon fine. Una nota natalizia, sebbene il tuo Natale sarà differente da quello degli altri savesi; in cuor tuo, come ti senti pensando all’approssimarsi delle festività, mentre tu sei costretto a dormire in macchina al freddo e con i vetri appannati?
“L’amore dei miei nipotini è ciò che mi interessa, ciò che riempie le mie giornate e mi colma di gioia. Ciò che manca è la solidarietà da parte delle persone e, francamente, dubito che la vedrò (anche a Natale)”.
È troppo simbolico il fatto che tu abbia parcheggiato la tua auto dinanzi all’edificio dei Servizi Sociali?
“Ho sempre ritenuto loro i diretti interessati al mio caso, coloro che avrebbero dovuto mobilitarsi. Invece, sono diventato del tutto invisibile”.
Quindi, per loro sei “l’uomo invisibile”?
“Sono invisibile. D’altronde, i clochard si chiamano “invisibili” ”.
Eleonora Boccuni