“Quo Vado” di Checco Zalone, fenomeno sociale? No solo indottrinamento culturale!
Premetto che non è mia intenzione fare nessuna critica al comico pugliese Luca Medici, tra l’altro anche mio conterraneo
Non entro in merito al suo reale pensiero augurandomi che non diventi strumento inconsapevole di certe istanze, portate avanti da alcune lobby di potere.
Dal punto di vista professionale, visto il suo successo, non posso che essere felice per i suoi strepitosi risultati. Ma il punto non è questo.
Il film “Quo vado” di Zalone sta facendo numeri da record e sono sicuro che questo sia il risultato di una strategia studiata a tavolino per far passare messaggi mirati ad indottrinare le masse ad un pensiero dominante che sta stravolgendo dalle fondamenta la nostra società.
Secondo le informazione prese da un articolo di ItaliaOra.net in merito alla distribuzione del film Quo Vado, leggiamo: (http://www.italiaora.net/numeri-record-quo-vado-film-zalone-dietro-ce-strategia-studiata-tavolino/)
“E’ il business monopolistico della distribuzione. Riguarda il cinema come i libri. Loro scelgono cosa dobbiamo vedere e cosa dobbiamo leggere. E noi vediamo e leggiamo quello che ci impongono, credendo di deciderlo, decidendo che ci piace, o non ci piace, discutendone fino allo sfinimento e alimentando quel caso che fa soldi e nuovo business.
Due numeri per capirci: il film di Zalone è stato distribuito in 1500 copie. Mai nessun film, nella storia del cinema italiano, ha avuto questa distribuzione. Si è trattato di una vera e propria occupazione di tutti gli spazi disponibili. Il primo gennaio, Zalone in tutti i cinema.
Questo l’ordine della Medusa. Gli schermi in Italia sono 3800. Su oltre il 40% degli schermi italiani c’è il film di Zalone. Considerando che l’80% degli schermi è riunito in multisala, si può dire che oltre il 60% dei cinema italiani montava una o più copie di Quo Vado”.
Il film di Checco è uno spot all’attuale cultura imperante che vede il nord Europa portatore di civiltà, mentre l’Italia viene mostrata incivile e retrograda. La protagonista, Valeria, una ricercatrice che studia gli animali al Polo Nord, è la metafora della modernità.
Si è sposata tre volte, ha tre divorzi alle spalle, tre figli di nazionalità differenti che seguono tre religioni diverse compreso un ateo e un suo ex marito, durante il film, si risposa con un uomo. Invece noi in Italia?
Siamo retrogradi, abbiamo le famiglie tradizionali e tutti coloro che hanno il posto fisso ormai si dovrebbero vergognare, il film è stato una sorta di attacco a coloro che lo hanno, mi ricordo quando Mario Monti disse che il posto fisso era noioso, bisognava diventare flessibili.
Nel film, i luoghi comuni sono imperanti. I figli che non vogliono lasciare la casa dei genitori per non prendersi le loro responsabilità rimanendo così eterni fidanzati, quando in realtà è una conseguenza della tremenda crisi indotta dall’usurocrazia che non permette alle nuove generazioni di mettere su famiglia.
Per non parlare degli impiegati statali che sono stati tutti etichettati come fannulloni e scrocconi. Lo stesso “lavaggio del cervello” ci fu fatto quando si diceva alla fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90 che tutte le strutture pubbliche e le aziende strategiche statali, non funzionavano e pertanto era giusto privatizzarle, con conseguenti risultati drammatici per la nostra economia.
Addirittura il ministro della cultura Dario Franceschini si è espresso positivamente nei confronti del film scrivendo su Twitter: “Grazie a Checco Zalone. Il successo di Quo Vado fa bene a tutto il cinema italiano e avvia alla grande un 2016 di ritorno nelle sale”.
A parer mio, l’operazione messa in atto da parecchio tempo è la stessa che si è fatta in passato con l’unione d’Italia, denigrando il meridione durante e dopo la conquista del sud, chiamandoci terroni. La stessa operazione ora, si sta attuando tra il Nord e il Sud Europa, e vi faccio notare che mentre prima i meridionali furono chiamati in senso spregiativo “terroni” oggi l’aggettivo per indicare tutti gli Italiani e tutti i paesi del sud Europa, è “pigs”, maiali.
Qualche anno fa, in occasione dell’uscita del mio libro “La Caduta dell’Ultimo Impero” il giornalista Davide D’Amario mi fece un’intervista che ho pubblicato per intero nel mio libro “EuroDisastro” di cui riporto un breve tratto perché funzionale a chiarire l’attacco economico e culturale che stiamo subendo in questi anni:
“Anche nel 1860 il ruolo della massoneria inglese fu determinante nel processo di conquista del Regno delle Due Sicilie da parte dei Savoia, il risorgimento a parer mio fu solo una tappa di un processo ancora in atto. Da quella conquista, il Mezzogiorno d’Italia, diventò una colonia del Nord Italia.
Attualmente dobbiamo prendere atto che l’Italia intera è una colonia di questo impero occidentale di origine anglosassone e, aggiungerei, che in questa attuale Europa mi sembra di rivedere quello che è accaduto nel 1860… solo che sono cambiate le armi. A quel tempo, il generale Cialdini usò i cannoni rigati per sconfiggere l’ultimo baluardo della resistenza di Gaeta, oggi si usa lo spread e le cannonate partono dalle agenzie di Rating ( in mano agli stessi poteri economici) per abbassare o alzare la solvibilità degli Stati.
Come non notare che anche ora si sta generando una Europa del nord che produce ed una Europa del sud consumatrice e colonia dello stesso nord”.
Naturalmente all’attacco economico, segue anche un attacco alla nostra cultura e ai nostri valori più profondi che sono alle fondamenta della nostra civiltà e per fare questo si utilizza anche il mondo dello spettacolo. Si deve denigrare, puntare il dito e far sentire il nostro modo di essere sbagliato.
Io rifiuto tutto questo, l’Italia e gli italiani da Nord a Sud sono un grande popolo, ingegnoso e pieno di onesti lavoratori che hanno contribuito a fare grande non solo il nostro amato paese ma anche tanti altri dove sono stati costretti ad emigrare.
Le etichette negative che ci vogliono appiccicare se le tengano loro. L’Italia con la sua cultura greco,romana e cristiana insieme alla cultura mediterranea è stata da sempre faro di civiltà in tutto il mondo e non saranno certo delle lobby economiche a riuscir ad abbattere millenni di cultura ed opere che parlano solo guardandole.
Attualmente abbiamo una classe politica completamente asservita alla plutocrazia internazionale, che mira anche a cambiare le nostre abitudini sradicando i nostri valori più profondi e per ottenere questo da sempre, anche il mondo dell’arte, è uno strumento a volte consapevole a volte inconsapevole utilizzato per raggiungere gli scopi prefissi.
Cosimo Massaro