Microplastiche come contaminanti negli alimenti e nei cibi più comuni

Microplastiche come contaminanti negli alimenti e nei cibi più comuni

Negli alimenti possono celarsi minuscoli residui di plastica, andati dispersi nell’ambiente

Le particelle di plastica finora riscontrate nei cibi sarebbero in quantità talmente esigua da non rappresentare un pericolo per la salute dei consumatori, poiché vengono eliminate rapidamente e non rimangono nell’organismo.

Anche se, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, alcune istituzioni di diversi paesi si stanno muovendo per monitorare il fenomeno. Per esempio l’USAV, che è il centro di competenza della Confederazione Svizzera per la sicurezza alimentare, l’alimentazione, la salute animale, la protezione degli animali e la conservazione delle specie nel commercio internazionale, ha fatto sapere di tenere comunque sotto controllo l’evoluzione del fenomeno.

Con il termine “microplastiche” ci si riferisce a particelle di materie plastiche di dimensioni minuscole, dell’ordine dei micrometri. Sotto forma di pellet, le microplastiche vengono utilizzate come materiale di base per la produzione di oggetti in plastica.

Anche nei cosmetici come peeling, paste dentifrici e detersivi per il lavaggio a mano sono contenute microperle di materiale plastico. Inoltre, le microplastiche possono essere il prodotto della degradazione fisica, chimica e biologica di pezzi di plastica di dimensioni più consistenti. Attraverso le acque reflue, tali sostanze giungono nell’ambiente acquatico e una quantità esigua di residui può anche penetrare nella catena alimentare.

Lo ha dimostrato recentemente uno studio condotto in Germania, nell’ambito del quale sono state individuate microplastiche nel miele e nell’acqua potabile. Tuttavia, non è stato possibile stabilire l’origine di tali particelle.Il rischio per la salute rappresentato dalla presenza di microplastiche negli alimenti e nei cosmetici viene classificato come lieve, in virtù del fatto che le ridotte quantità di microplastiche ingerite non vengono trattenute dall’organismo, bensì eliminate dall’azione dell’apparato gastrointestinale.

Il materiale plastico utilizzato nei cosmetici, prevalentemente polietilene, risulta essere inerte e non tossico. Se la pelle non è lesa, le microperle presenti nei cosmetici non sono in grado di penetrare nell’organismo.

In ogni caso, l’USAV ha comunicato che continuerà a tenere sotto controllo la situazione per quanto concerne la presenza di microplastiche nelle derrate alimentari e nei cosmetici.

viv@voce

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