MANDURIA. “Sindaco Massafra. Quanto costerà alla città questo ribaltone?”
Lettera aperta al vetriolo di Nicola Dimonopoli, ex presidente del Consiglio comunale, primo degli eletti della coalizione Massafra
“Caro Podestà, pardon, caro sindaco, come vedi e come hai goffamente tentato di far vedere, non erano altri ad essere attaccati alla poltrona, ma eri proprio tu. Benedetta colla, benedetto attak! Anche a costo di farti male, tu non avresti mai rinunciato alla tua poltrona! Nemmeno le dimissioni tecniche hai voluto fare. Altri, il sottoscritto, invece, per orgoglio e per dignità, messo alle strette da te che pensavi e speravi che non mi sarei mai dimesso, hanno dimostrato di avere coraggio e dignità, al contrario di te.
Ma ti rendi conto di cosa hai fatto finora? Sei solo apparso su giornali e pseudo televisioni di provincia senza mai fare niente di serio per Manduria. Si, per Manduria, la città che io amo e che è la mia città, non la tua, visto che non l’hai mai vissuta se non negli ultimi due anni in cui volevi solo apparire, considerando i manduriani povere bestiole inferiori: il 95% dei cittadini infatti lamenta la mancanza anche del tuo saluto: quando ti dicono buongiorno li ignori o fai finta di telefonare.
Eppure è quella la gente che ti ha votato, tramite noi consiglieri usciti vincitori dalle urne. Si, perché tu non avresti preso che pochi voti, se invece di candidarti a sindaco ti fossi candidato a consigliere comunale. Però intanto non c’è stata festa in cui non sei stato in prima fila, non c’è stata ripresa televisiva in cui non sei stato presente, sempre in compagnia di chi ti ha buttato tanto di quel fango addosso e che hai voluto premiare nominandolo assessore, e del tuo consigliere spirituale, quello che senza essere stato eletto è di fatto stato e continuerà ad essere il vero sindaco di Manduria.
Ma per Manduria finora, cosa hai fatto? Niente! Hai solo perso finanziamenti e fatto cosucce che ti venivano non chieste, ma ricattate dai signori consiglieri in cambio del loro voto in consiglio. Io sono convinto che la vera politica non è la buca o la lampadina o il patrocinio a le feste e festicciole o l’incarico, ma è cercare finanziamenti, fare o cercare di fare qualcosa di veramente buono per la città che si amministra.
A proposito di finanziamenti: si sa che i finanziamenti importanti provengono dalla comunità europea: nell’ultima campagna europea hai sostenuto Patriciello, che è europarlamentare e che sei anche andato a trovare a Bruxelles: ma ci sei andato in vacanza o per ottenere qualcosa per Manduria? Vedendo i risultati, opterei per la prima ipotesi.
Finora hai solo pensato di rimanere a galla, anche a costo di scelte impopolari e fuori da ogni regola. Con la tua testardaggine da «capo di bomba» non hai fatto altro che creare nuove alleanze, hai tentato, a fronte di otto consiglieri prima e poi 13 della tua maggioranza che chiedevano legittimamente il ritorno allo stato iniziale, alla maggioranza espressa dalle urne, di barattare la presidenza del consiglio, per non toccare i tuoi protetti, dimenticando che il presidente del consiglio era già stato votato due volte dalla maggioranza e che solo la maggioranza poteva mandare via: e facendolo avrebbe fatto una pessima figura con il popolo manduriano.
Più volte hai chiamato «Proposta per Manduria», offrendo la presidenza a mia insaputa, ma il coordinatore di quella lista, coerentemente, ha rifiutato, perché forse capisce qualcosa di politica ed è leale. Poi hai cominciato a corteggiare singolarmente chi era assetato di “poltrona”, riuscendo alla fine a farlo cedere alle tue lusinghe.
Pur di restare a galla, hai dimostrato e stai dimostrando di non capire nulla di politica e di non conoscere bene chi ti stai tirando dentro alla tua nuova maggioranza: persone che ti hanno offeso e denigrato e che tu hai premiato e che finora hanno determinato il non governo e l’inerzia dell’amministrazione di questa città. Forse l’unico che mi sentirei di escludere è Roberto Puglia, che non ha mai detto niente di offensivo né sulla tua persona né sul malgoverno di Manduria.
Rivedi e risenti quante belle parole sono uscite dalla bocca di Della Rocca e della signora Cascarano, che poi sono arrivati ad usurpare l’unico assessorato che lavorava bene!
Dimitri non ha mai parlato, ma Ferretti, quante te ne ha dette? E questi dicevano sempre di non essere interessati a entrare nella tua maggioranza, di essere coerenti con ciò che gli elettori avevano decretato: opposizione. Però erano sempre tuoi, visto che li facevi mancare dal consiglio a tuo piacimento per garantirti la maggioranza facendo mancare i loro voti senza fare figure. Lo sanno tutti.
Ricordi che hai fatto di tutto per non fare entrare Andrisano in giunta? Tu ponevi veti non su «Proposta per Manduria», ma sulla sua persona. Ora lo hai chiamato alla tua corte. Andrisano nelle riunioni dei 13 era il più accanito, quello che più parlava male di te, e intanto faceva accordi sotterranei con te e con il tuo gruppo. Ti potrai mai fidare di lui? Sì, perché lo indichi alla presidenza del consiglio.
Come hai fatto a convincere questi personaggi? Hai dimenticato proprio tutte le figure che ti hanno fatto fare e le parole che ti hanno detto? Come hai fatto a convincere Venere e Pisconti a ritornare al tuo ovile? Loro che erano i tuoi più convinti oppositori durante le riunioni, prima degli otto e poi dei tredici. E Giuliano, come lo hai convinto? Risenti e rivedi anche chi ti difendeva dagli attacchi dei tuoi personaggi.
Ti prego, rivedi i consigli comunali in cui Lariccia era consigliere di opposizione: quante te ne ha dette! E tu lo hai premiato per ben due volte.
Come puoi fidarti di persone che fino alla sera prima erano con i 13 e peroravano una giusta causa parlando male di te, firmando la tua sfiducia, per poi tradire subito dopo in cambio di cosa? Dell’assessorato che avrebbero avuto ugualmente perché era loro di diritto, secondo la linea dei 13.
Io al tuo posto, per dignità, questi personaggi non li avrei mai più guardati in faccia. Ma tu, tra poltrona e dignità hai preferito la poltrona. Così come gli altri chiamati alla tua corte. Io ti ho dimostrato e ho dimostrato a tutti che ci tengo alla mia dignità e quando hai voluto far credere che ero attaccato alla poltrona, mi sono dimesso.
Tu no, sei voluto rimanere a galla, ma sai bene cosa galleggia sempre, in qualsiasi condizione. (Chiedo scusa per il paragone folcloristico-pittoresco). Sono convinto che se ti avessi fatto una telefonata dicendoti che ero pronto a ritornare sui miei passi, avresti preferito me ad Andrisano: ma io sono fatto di un’altra pasta, ho una dignità e una faccia da portare in giro.
Si, hai salvato il didietro, ma non la faccia. Sai quante persone ho dovuto convincere a votarti? Circa 500, più di tutti gli altri, e queste persone sono pronte a venirtelo a dire in faccia, che hanno votato te per me, perché non eri simpatico a tutti.
La gente, il popolo di cui io, manduriano doc di origini contadine (di cui mi vanto e vado fiero) diceva: «è scorbutico, non saluta, si crede di essere chissà chi, non lo vogliamo». E io: «vabbè, sarà pure così, ma è il candidato sindaco che ho scelto, votate per lui, garantisco io, vi state sbagliando, non è così come pensate, sono solo apparenze».
Io ti ho portato 500 voti che tu non hai mai apprezzato. Insieme al tuo scudiero e secondino, consigliato da lui, una volta che per puro merito, per i voti ottenuti grazie ai quali sei stato eletto, il sottoscritto ha chiesto non l’assessorato più importante, che pure sarebbe stato suo di diritto, ma la presidenza del Consiglio che tu hai sguarnito del tutto, riducendola solo a una sedia, estromettendomi di fatto da qualsiasi decisione e da qualsiasi attività amministrativa. Eppure dopo il sindaco ero la carica istituzionale più importante.
Su questa sedia su cui ho guadagnato circa 400 euro mensili, non è mai passato niente, non una delibera di giunta né altro, ma solo l’ordine di convocare il consiglio comunale quando faceva comodo a te. Te l’ho sempre fatto notare, ma tu eri il Podestà, avevi sempre ragione. Ti ho sempre risposto che anche se provengo dalla destra, la dittatura non mi piace.
Detto questo, caro Podestà, non voglio aggiungere altro, anche se avrei molto da dire: ma credo proprio di aver fatto la cosa giusta e spero anche di contribuire al più presto alla tua caduta e alla liberazione della mia Manduria. No, non te ne voglio, ma ricorda sempre una frase che è e sarà sempre il mio stile di vita: «se qualcuno ti impone di vivere strisciando, alzati e muori sorridendo».
FONTE
lavocedimanduria.it