Arrestati gli amministratori della Cerin società che si occupa di riscossione e accertamento dei tributi
Interessati molti Comuni pugliesi. Ma non Sava!
La Gdf ha anche sequestrato beni immobili nella disponibilità dell’impresa, per un valore complessivo di cinque milioni di euro, che sarebbero stati acquistati con denaro pubblico. Al momento sono in corso perquisizioni. L’operazione, chiamata `Cornucopia´, è frutto di indagini avviate due anni fa su presunte irregolarità gestionali della società indagata.
Il peculato fa riferimento alle attività svolte dalla Cerin srl che si occupa di riscossione e accertamento dei tributi per il Comune di Bitonto e per altri grossi centri della provincia di Bari (Modugno, Grumo Appula, Santeramo, Binetto, Toritto) e di altre province (tra cui Massafra, Mesagne, Ascoli Satriano, Montecastrilli, Melendugno, Francavilla, Popoli, Ururi, Cirié, Bisignano, Mariglianella, Pecognaga, Gazzaniga).
Secondo l’accusa, i due amministratori di fatto della Cerin e della Siart (controllata Cerin) si sono appropriati delle somme di pertinenza delle amministrazioni comunali per un ammontare complessivo di 2.462.000 euro. È stato inoltre accertato che tra il 2010-2012 un importo non inferiore a 3.188.000 euro riscosso da Cerin dai contribuenti di Bitonto non è stato riversato nelle casse comunali né è stato dichiarato come oggetto di riscossione da parte della società. Su quest’ultimo aspetto saranno svolti accertamenti sulle forme di controllo esercitate dagli uffici comunali sulle attività del concessionario, articolate su base esclusivamente formale e fiduciaria, in quanto fondate sui rendiconti e le (false) attestazioni fornite da Cerin. Fin qui è quello che viene riportato su lavocedimanduria.it.
Andiamo a Sava. Appresa la notizia dell’arresto degli amministratori della Cerin, anche da noi agente riscossore dal 2011 fino a dicembre 2015, il sindaco pro tempo savese Dario IAIA si è precipitato presso un giornale on line per dare la lieta notizia e lasciare il commento.
“Noi rimaniamo garantisti e quindi rispettiamo i magistrati che stanno svolgendo il loro lavoro. Ma questa misura cautelare adottata dimostra che avevamo visto giusto, che abbiamo fatto bene a denunciare i fatti alla Procura e che tutti gli attacchi delle opposizioni erano strumentali e contro gli interessi dei savesi.
Addirittura hanno fatto i manifesti contro di noi sulla vicenda CERIN. Ora, che spieghino ai savesi perché non hanno solidarizzato con l’amministrazione in difesa del nostro paese”.
Questa è l’affermazione goliardica, priva di fondamento in quanto i fatti parlano di ben altri Comuni e non di quello savese. Quanto a quel “avevamo visto” IAIA di cosa parla? Cosa avevano visto giusto? I fatti dimostrano ben altro, almeno quelli savesi: è stato fatto un Esposto e non una denuncia sulla Cerin savese. Quindi, che significa IAIA? Significa, e glielo ripetiamo per l’ennesima volta, visto che il sindaco pro tempore è bravo a confondere le acque, che quello presentato all’Autorità giudiziaria dalla sua amministrazione, è solo una esposizione dei fatti. Quindi, non è una denuncia. Non una accusa contro Cerin!
E credo che, ogni azzeccagarbugli di questo mondo, sa benissimo la differenza tra un Esposto e una Denuncia. Non si fasci la testa prima di rompersela, IAIA! Sava sta ancora in fase di istruttoria e, visti i tempi biblici della magistratura, di Sava si comincerà a parlare fra due anni.
Cioè, quando lei non starà più nel nostro Palazzo municipale. E non è detto che il comportamento di Cerin negli altri Comuni, sopra citati, è uguale a quello nostro. Quello che il paese ha registrato in questi passati 4 anni di occupazione del nostro Comune è che si è “tollerato” troppo il rapporto con l’agente riscossore che fa sempre di nome Cerin. I soldi, o meglio il loro passaggio, lasciano una traccia e su queste vedremo dove hanno trovato dimora.
E che IAIA dica “addirittura hanno fatto i manifesti contro di noi sulla vicenda CERIN”. Certo, il nostro giornale non si è affatto scoraggiato dal denunciare pubblicamente, affiggendo i manifesti nelle vie del paese, l’incredibile tolleranza avuta in questi anni passati dall’amministrazione IAIA e ricordiamo ai nostri lettori che già con il ritardo dei pagamenti, sul contratto è scritto che Cerin doveva versare e rendicontare ogni 10 giorni le entrate dei tributi al nostro Ente pena la rescissione del contratto. Ed ecco il botto, secondo lui però: “Ora, che spieghino ai savesi perché non hanno solidarizzato con l’amministrazione in difesa del nostro paese”.
Noi il nostro paese lo amiamo più di IAIA. E questo è poco ma è sicuro. L’amministrazione IAIA, su questo tema, ha delle precise responsabilità di controllo. Se non le ha attuate non è certo colpa di chi sta fuori dall’amministrazione comunale. A Dario IAIA ricordiamo che c’erano ben sette “addetti ai lavori” pagati dal contribuente savese per vigilare che il suo denaro non si perdesse per “strada”.
Ecco i nomi: il dirigente alle Finanze (prima era Marino e poi Colucci), i tre sindaci revisori (lottizzati al 100% dall’amministrazione IAIA, ndr), il delegato amministrativo ai Tributi (prima IAIA e poi, un anno a questa parte è Corrado Agusto), il delegato amministrativo alle Finanze (Salvatore De felice) e infine quella che viene chiamata, da più parti, il vero sindaco di Sava: la segretaria Irene Di mauro.
Quindi il sindaco pro tempore savese, non faccia lo struzzo. Come è suo solito. Non prenda meriti che non ha. In quanto l’Esposto della sua amministrazione è ancora sul tavolo degli inquirenti.
E non è detto che solo Cerin, a Sava, sia l’unica colpevole …
Giovanni Caforio