SAVA. Sistemazione di Piazza Coperta. Altra appropriazione indebita dell’amministrazione IAIA!
Quando un inquilino trova una casa bella e pronta. E addirittura ben arredata. Ma è capace di stravolgerla e di renderla irriconoscibile!
Ipotizziamo un inquilino che accede al nuovo alloggio. Trova tutto bello e pronto. Le pareti ben imbiancate, i tendaggi in buono stato, i mobili sistemati a dovere. Insomma trova tutto a posto. E quindi nessuna fatica lo aspetta. L’unica è quella del trasporto della biancheria.
Ma, oltre questo, trova sul tavolo del soggiorno un porta oggetti. E in questo contenitore trova alcune delizie. Apre il coperchio e si accorge che queste renderanno più lieta la durata contrattuale che è di 5 anni. Quindi, nessuna fatica estrema. Ma l’inquilino non è contento. Dice che trova tutto di suo disgusto e che rivoluzionerà, a suo modo, il tutto. Dichiarando che ciò che ha trovato è solo uno stato delle cose arcaio simile a quello medioevale. E si mette d’impegno, dice lui, a voler modificare tutta l’abitazione.
Ma ahimè si impantana. I suoi potenziali propositi si squagliano. Diamo un nome al nuovo inquilino, il sindaco pro tempore savese. Cosa trova in questo contenitore? Trova progettazioni e finanziamenti approvati di opere pubbliche alle quali manca solo l’accensione e il tasto on si mette immediatamente in moto.
Che fortuna, direbbe qualcuno. Qualcun altro direbbe che culo!
Ma IAIA, capitano di ventura del Patto per Sava, stipa tutto e con raziocino rimanda il più possibile l’esecuzione delle opere. Questo, perché? Perché crede che esibendo la mole di lavoro, di questi lavori ereditati, agli occhi dei savesi è convinto che l’elettorato che lo ha suffragato alla bulgara maniera nella primavera del 2012, crede ancora alla Befana. Infatti, a un anno esatto dalla consultazione elettorale, si sta animando alla grande presentando progetti e opere realizzate come se fosse merito suo.
Addirittura parla della festa del Santo patrono che è a venire il 24 giugno. Giornali locali che gli fanno da eco, comprese anche le emittenti televisive che vengono chiamate per pubblicizzare l’ “effetto IAIA”.
E lo IAIA è convinto che basta pubblicizzare queste opere, non sue, che lo specchietto delle allodole è di nuovo bello e pronto. Piazza Risorgimento, Coibentazione esterna dei plessi scolastici del Gigante e del Bonsegna, allargamento del tratto di strada Via Mazzini fino al primo rondò della zona industriale, Isola ecologica, Punto ecologico, Centro per disabili, Rifacimento dell’impianto di fogna bianca dalle Via Marche e adiacenti fino al collegamento al collettore discarico alla Via per la Stazione, Parco pubblico in Via Leonardo da Vinci. Sistemazione di Piazza coperta in ultimo.
Quindi, lavori progettati e già finanziati. Ecco, IAIA trova tutto questo nel contenitore lasciato in eredità dallo sfrattato inquilino che faceva di nome Aldo Maggi. Quindi, in termini di valore, il sindaco pro tempore savese ha trovato un vero e proprio tesoro. E questo è ciò che ha trovato.
Domanda che ci poniamo: e che cosa ha fatto in questi passati 4 anni di mandato? Boh … ah dimenticavo: ha asfaltato la strada di Vico Caraccio II, quella di Via IV Novembre e il tratto di Via Garibaldi che va da Via Mazzini alla Piazza San Giovanni.
Buche stradali riparate con lo chewing gum, chiuse la sera e alla prima acqua del mattino divelte.
Forse manca qualcosa? Ah già. Le giostrine di Piazza Risorgimento e quelle di Piazza Europa. Forse sono un pò pochine queste opere made in IAIA? Credo proprio di si. In un mandato amministrativo, i classici 5 anni, tra stipendi e contributi vari che vengono pagati agli amministratori, il costo si aggira grosso modo sui 600 mila euro.
Ennesima domanda: ma valgono almeno 600 mila euro i lavori che ha prodotto l’amministrazione IAIA? Non crediamo affatto. Facciamoci un pò di conti, sulla sua produzione. Giostrine: 35 mila euro. Vico Caraccio II: 30 mila euro. Via Garibaldi: 20 mila euro. Tratto di Via IV Novembre 20 mila euro. Isola ecologica? Era pronta anche questa, progettata e finanziata da Aldo Maggi.
Anzi, visto che sotto la maestria amministrativa di IAIA questo sito è stato cambiato tre volte. Da prima di fronte al Palasport. La seconda nell’area dell’ex macello nella zona industriale e la terza in un lotto, stavolta definitivo nella stessa area. Quanto è costato questo “spostamento”? Circa 120 mila euro a monte di 130 mila euro trovati in eredità. Quindi questa isola ecologica se parte, dopo 4 anni, costerà al contribuente savese qualcosa come 250 mila euro e, particolare non ultimo, il paese è stato sprovvisto in tutti questi passati anni di un importante recapito di rifiuti.
Quindi al totale di sopra aggiungiamo 120 mila euro e siamo arrivati a 225 mila euro. Ecco, il nostro Comune ha rimesso. E di brutto pure. Ma nell’aria c’è una bomba ad orologeria pronta per esplodere e che, quando esploderà, potrebbe essere un probabile e serio danno per il paese.
L’affaire Cerin. Intanto aspettiamo il prossimo Bilancio. E c’è da ridere. La matematica non è un opinione. Alcuni dicono che si può sfiorare anche il dissesto in virtù di diverse decine di centinaia di migliaia di euro che, si dice, mancano nelle casse del nostro Ente.
E se, malauguratamente, il magistrato dovesse dare ragione alla Cerin, nell’Esposto presentato alla Procura tarantina dall’amministrazione IAIA, per il paese saranno dolori seri. Della serie “cazzi amari”. E poi vedremo che fine farà lo slogan “Chi sta con Cerin e chi sta con il Comune”.
Il nostro giornale ha preparato un ricco dossier di nomi e di artefici dell’affaire Cerin. Ed è qualche cosa di bollente. Tanti passaggi, tanti attori. Il tutto è pronto per la Procura della Repubblica di Taranto ma anche per la Procura Generale della Corte di Conti di Bari.
Questo perché chi ha sbagliato, se verrà condannato, deve pagare di tasca sua!
E non deve essere il nostro Comune a soccombere. L’affaire Cerin ha ben precise responsabilità. Al magistrato il compito della valutazione.
Giovanni Caforio