SAVA. La Cerin, chiama il nostro Comune ai danni. Sono quasi 600 mila euro la richiesta

SAVA. La Cerin, chiama il nostro Comune ai danni. Sono quasi 600 mila euro la richiesta

L’ex agente riscossore dei tributi savesi chiama sul banco degli imputati il nostro Ente

E’ stata depositata presso il Tribunale di Bari Sezione civile, sede competente, l’atto di citazione dell’ex agente riscossore dei tributi savesi contro il nostro Comune ed è già stata fissata l’udienza al 20.7.2016 alle ore 9.00.

In questo atto l’agente riscossore “contesta tutte le accuse che gli vengono fatte nella determina numero 39 del 4.12.2015 (25 giorni prima della scadenza contrattuale) firmata dal responsabile finanziario Vincenzo Colucci in cui si disponeva la immediata risoluzione del contratto ai sensi degli artt. 1453 c.c. per presunto grave inadempimento della Cerin ordinando a quest’ultima l’astensione da ogni attività (di accertamento, liquidazione, nonché di emissione avvisi, provvedimenti e atti recettizi) e richiedeva la consegna, entro 10 giorni, di tutta la documentazione riguardante la gestione dei servizi, incluse banche dati informatiche e fascicoli dei servizi”.

Secondo Cerin, “a parere del Comune, la Cerin sarebbe stata inadempiente, da settembre 2015  in poi (ossia negli ultimi tre mesi) nell’obbligo della rendicontazione e riversamento delle riscossioni, che dovevano avvenire entro dieci giorni dalla riscossione.

Con questo atto la Cerin contesta la risoluzione intimale nonchè i precedenti atti in particolare la nota di sospensione dell’attività di recupero coattivo n. 25717/2015 del Comune di Sava”.

Inesistenza degli inadempimenti lamentati e della loro gravità.

“Gli inadempimenti  lamentati dal Comune di Sava sono del tutto inesistenti. Infatti Cerin ha sempre periodicamente riversato le somme riscosse, comunicandone contestualmente  la rendicontazione. Tutto questo risulta dai tabulati che si depositano i quali dimostrano il regolare e periodico riversamento con contestuale rendicontazione”.

La decisione, secondo Cerin, di “risolvere il contratto quadriennale 25 giorni prima della scadenza naturale non ha alcuna logica giuridica ed il lamentato inadempimento è un chiaro pretesto per sciogliersi da ogni rapporto, anche futuro, con la Cerin”.

Prosegue l’atto d’accusa.

“Peraltro, la condotta confusa del Comune risulta dalle stesse sue note, nelle quali da un lato si chiede la sospensione della riscossione e dall’altro si invita la Cerin a procedere”.

Ma andiamo alla nota “risarcimento danni”.

“Riscossione coattiva considerando l’importo dei crediti da riscuotere di euro 1.198.344,00 e applicando l’aggio del 15,61% abbiamo un danno di 187.061,50; sugli avvisi di pagamento e accertamento, considerando un carico di euro 2.482.150,37 e applicando l’aggio dell’11,47% abbiamo un danno di 284.702,65 per un totale di euro 471.764,15.

Al danno patrimoniale si aggiunge il danno curriculare, pacificamente riconosciuto dalla giurisprudenza e quantificato nel 2% del valore del contratto e quindi nel nostro caso euro 13.134,45 (pari al 2% di euro 656.724,48)”

Danno immagine.

“Quantificato in 65.672,44 pari al 10% del valore del contratto”.

Totale circa 560.000, 000  euro.

Giovanni Caforio

viv@voce

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