Ilva, deposita interrogazione urgente del consigliere Turco
Nota stampa de “La Puglia con Emiliano”
“Taranto non può essere abbandonata a se stessa e occorrono dati univoci sull’inquinamento ambientale e azioni incisive non più rinviabili”. Lo dichiara il consigliere regionale de La Puglia con Emiliano, Giuseppe Turco, che ha depositato un’interrogazione urgente, indirizzata alla giunta regionale e all’assessorato all’Ambiente, per conoscere i dati delle campagne di monitoraggio sull’Ilva di Taranto.
“Chiedo – afferma il consigliere tarantino – di conoscere gli ultimi dati sulle emissioni di diossina, sull’igiene e sulla sicurezza dei luoghi di lavoro dell’area industriale e, ove effettuati, anche i dati relativi alla sicurezza dei prodotti alimentari.
Allo stesso tempo – prosegue Turco – voglio sapere quali siano le iniziative che la Giunta regionale intende intraprendere per accertare l’origine della diossina di cui allo studio del professor Onofrio, l’accertamento delle responsabilità commissive e omissive, la tutela della salute degli operai e dei cittadini di Taranto”.
“Lo scorso 24 febbraio – spiega Turco – i commissari dell’Ilva in amministrazione straordinaria hanno consegnato ad Arpa Puglia, nel corso di un incontro svoltosi presso l’ex ospedale Testa di Taranto, il documento “Ilva – stabilimento di Taranto – attività di monitoraggio ambientale relativo alle analisi dei risultati delle misure di deposizione di diossine a firma del professor Maurizio Onofrio.
Il documento riporta, nella parte relativa ai deposimetri organici i dati raccolti nel periodo compreso tra agosto 2013 e febbraio 2015, sia all’interno dello stabilimento (Cokeria, Parchi, Portineria C, Riv 1, Direzione) che all’esterno e precisamente nel quartiere Tamburi in Via Orsini.
Dall’analisi dei dati emerge che per i mesi di novembre 2014 e febbraio 2015 nel quartiere Tamburi di Taranto si sono riscontrati valori di ordini di grandezza pericolosamente superiori ai limiti normalmente considerati come valori soglia sul suolo previsti dalle vigenti normative in materia”.
“Questa richiesta dei dati – aggiunge ancora Turco – è quanto mai essenziale visto che nel procedimento penale “Ambiente svenduto”, nel quale la Regione Puglia risulta costituita parte civile, gli imputati sono accusati tra l’altro di concorso in disastro ambientale e avvelenamento di sostanze alimentari (capo B) perché avrebbero operato un massimo sversamento nell’aria di Taranto di sostanze nocive per la salute umana, animale e vegetale, diffondendo in particolare diossina così determinando – conclude – un gravissimo pericolo per la salute pubblica”.