TARANTO. Fa’afafine. Mi chiamo Alex e sono un dinosauro

TARANTO. Fa’afafine. Mi chiamo Alex e sono un dinosauro

Mercoledì 2 marzo, alle ore 21 al TaTÀ

50 minuti, proposti con ironia e leggerezza, sul dibattuto e spesso frainteso tema del gender.

In scena oltre gli stereotipi. Per la mini rassegna “Periferie e non solo”, mercoledì 2 marzo 2016, alle ore 21 al TaTÀ di Taranto, in via Grazia Deledda ai Tamburi, va in scena Fa’afafine. Mi chiamo Alex e sono un dinosauro, testo e regia Giuliano Scarpinato, con Michele Degirolamo, in video Giuliano Scarpinato e Gioia Salvatori, visual media Daniele Salaris – Videostille, progetto scenico Caterina Guia, assistente scene e costumi Giovanna Stinga, luci Giovanna Bellini, illustrazioni Francesco Gallo – Videostille, spettacolo vincitore del Premio Scenario Infanzia 2014, produzione Teatro Biondo Stabile di Palermo. A seguire incontro con la Compagnia. Date le finalità di carattere sociale, civile e culturale dello spettacolo, il Crest promuove il biglietto al costo di 5 euro. Info: 099.4707948.

Lo spettacolo racconta la storia di un adolescente alla scoperta di se´ e della propria identità. Nella lingua di Samoa, “fa’afafine” definisce coloro che sin da bambini non si identificano in un sesso o nell’altro: un vero e proprio terzo sesso, cui la società non impone una scelta e che gode di considerazione e rispetto. Alex non vive a Samoa, ma vorrebbe anche lui essere un “fa’afafine”, un “gender creative child” o, semplicemente, un bambino-bambina, come ama rispondere quando qualcuno gli chiede se è maschio o femmina.

La sua stanza è un mondo senza confini che la geografia possa definire: ci sono il mare e le montagne, il sole e la luna, i pesci e gli uccelli, tutto insieme. Il suo letto è una zattera o un aereo, un castello o una navicella spaziale.

Ma oggi è diverso: è innamorato per la prima volta e sente che tutto questo non basta più. Oggi vorrebbe essere tutto insieme, come l’unicorno, l’ornitorinco o i dinosauri, che contengono diverse nature. Fuori dalla stanza di Alex ci sono Susan e Rob, i suoi genitori. Lui non vuole farli entrare.

Ha paura che non capiscano, e, probabilmente, è vero, o almeno lo è stato, fino a questo momento. Nessuno ha spiegato a Susan e Rob come si fa con un bambino così speciale. Hanno pensato che fosse un problema.

Un tema arduo, individuato con coraggio e accuratezza di indagine e portato in scena da attori dotati di ironia e leggerezza.

Un’occasione importante per stimolare una discussione sulla differenza di genere in ambito educativo e formativo, al di la` dei luoghi comuni e degli equivoci innescati da una certa disinformazione.

L’invito è a incontrarsi – operatori, docenti, associazioni – per realizzare insieme una serata in cui anche nella nostra città si rifletta e ci si confronti sull’argomento a partire dallo spettacolo, ma anche da testimonianze in video, da racconti di esperienze di quanti vivono o hanno a cuore il diritto alla felicità negli affetti. Di tutti.

Interverranno l’Associazione TGenus, l’Associazione Hermes Accademy, l’Arcigay Taranto e l’avvocato Antonella Demarco. Prevista la presenza di altre associazioni e professionisti impegnati sul tema dei diritti civili e della felicità delle persone.

 

viv@voce

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