8 Marzo del 1993. Auriti denuncia la Banca d’Italia
Il professore profeta che anticipò, in tempi non sospetti, il disastro economico-monetario dei nostri giorni
L’8 Marzo del 1993 ricorre l’anniversario della denuncia fatta dal Prof. Giacinto Auriti alla Banca D’Italia. Il docente universitario di diritto, è stato il primo a denunciare pubblicamente la truffa dell’emissione monetaria ai danni del popolo.
Per ricordare questo suo atto riporto integralmente una registrazione di un’intervista concessa da Auriti a Radio Radicale nel 2000, che non ha avuto nessun seguito nei mass media nonostante la gravità delle dichiarazioni rilasciate dal professore.
A distanza di più di vent’anni, siamo tutti obbligati a riflettere profondamente sulle sue parole, perché da uomo che conosceva benissimo i sistemi che dominano il modo, fece dichiarazioni profetiche che oggi nessuno può contestare.
Pertanto il suo messaggio rimanendo costantemente attuale deve essere continuamente divulgato per far si che penetri nelle coscienze di tutti, indistintamente dal credo politico o religioso che sia.
Per chi volesse ascoltare il messaggio dalla sua stessa voce questo è il link di riferimento:
(https://www.youtube.com/watch?v=z9CnDC6PX34)
“Guardi, io ho presentato un disegno di legge al Senato, alla dodicesima, e ripetuta, alla tredicesima legislatura, per la proprietà popolare della moneta.
Questo disegno di legge è fatto di cinquanta parole. Sono due articoli.
Primo articolo, venti parole: “All’atto dell’emissione, la moneta nasce di proprietà dei Cittadini italiani, e va accreditata dalla banca Centrale allo Stato”. La parola più importante è la parola “accreditata”, che sostituisce la parola “addebitata”.
Oggi, quando nasce un bambino, appena è nato, ci sono quaranta milioni di debito. Perché? Perché è una truffa all’origine.
Io ho denunciato per truffa, falso in bilancio, associazione a delinquere, usura e istigazione al suicidio, Ciampi e Fazio.
E allora sono stato invitato a fare una conferenza all'”Hotel delle quattro stagioni” a Rieti, ed è venuto il direttore della banca d’Italia locale… è venuto al microfono.
Dico i testimoni, presenti: il senatore Natali di Ascoli, e il senatore Belloni di Rieti. Duecento persone in sala.
Viene al microfono il direttore della banca d’Italia e dice: “Professor Auriti, le devo fare un rimprovero, perché lei ha insinuato che noi della banca d’Italia siamo dei delinquenti”.
Gli ho detto: “Guardi che è assolutamente falso. Io non ho insinuato. Io ho affermato che voi siete dei delinquenti. E se lei si ritiene offeso, lei mi deve denunciare per calunnia. Perché se lei non lo fa, vuol dire che quello che ho detto è vero.
Qua la lotta è mortale.
O devo andare in galera io per calunnia, o deve andare lei in galera per truffa. Se no, è inutile che parliamo dello Stato di diritto”.
Prendiamo atto che ci troviamo in un regime di usura. Il Governatore della banca Centrale batte moneta con un costo del denaro del duecento per cento. Perché ci presta il dovuto, quindi distrugge il cento per cento di un credito, e carica l’altrettanto cento per cento di debito. Questo non è solamente usura. È truffa. E io gliel’ho dimostrato.
E quando sono stato chiamato dal procuratore della repubblica di Roma Ettore Torri, mi ha chiamato e mi ha detto: “Professor Auriti, lei ha dimostrato l’elemento materiale del reato. Manca il dolo perché… è stato sempre così”.
E allora ho detto: “Scusi – e ho detto “Eccellenza” – prima di tutto faccio notare che la continuazione del reato è un aggravante, non è un esimente… e lei mi dice: È stato sempre così. Poi, secondo punto: io ammetto la buona fede, per carità! Però dobbiamo chiarire: fino a quando non ti ho fatto la denuncia! Dopo che ti ho fatto la denuncia, come la mettiamo?”
Qua il reato seguita. Ed io ho fatto la denuncia l’8 marzo del ’93, insieme a un pugno di miei studenti. Siamo andati alla Procura della Repubblica e abbiamo firmato. Perché io penso che la migliore lezione che possa dare un professore ai suoi studenti è l’esempio.
E quando uno da’ questi esempi, esercita la sua dignità. E la dignità gratuita non esiste. Quando io ho fatto la causa contro la banca d’Italia per avere l’accertamento di chi è la proprietà della moneta, mi hanno dato torto, e mi hanno condannato a dieci milioni di spesa, che è stata trattenuta su iniziativa della banca d’Italia – le spese di causa – sul mio stipendio.
Io presi il foglio con cui mi notificavano il pignoramento dello stipendio, e l’ho messo nella bacheca dell’Università, perché ho detto agli studenti: “Ecco, io pago, perché voglio la proprietà popolare della moneta”.
È chiaro? La dignità gratuita non esiste. Io mi sento fuori di questo tempo.
Ecco perché ho bisogno di cominciare a lanciare dei messaggi che finalmente possono costituire un’alternativa per le nuove generazioni.
Oramai le nuove generazioni… se noi seguitiamo così, non avranno altra scelta che quella tra il suicidio e la disperazione. Questa avverrà se noi non sostituiremo alla moneta debito, la moneta proprietà.
Ecco perché noi abbiamo fatto la scuola di Aquila, che si contrappone a Maastricht. Maastricht è moneta debito. Noi siamo moneta proprietà. È una nuova scuola che è nata”.
Quale modo migliore per ricordarlo se non con le sue stesse parole, da dove si percepisce la profondità del suo pensiero e impegno sociale nel voler migliorare la prospettiva di vita soprattutto delle generazioni future. Un esempio per tutti noi.
Se oggi, molti di noi conoscono la drammaticità della truffa che abbiamo alla base del nostro attuale sistema monetario, basato sull’usura e l’esproprio della rendita da signoraggio che spetterebbe di diritto al popolo, lo dobbiamo soltanto a lui.
Con vero piacere sono orgoglioso di aver seguito i suoi insegnamenti e altrettanto onorato di divulgare il suo pensiero attraverso i miei libri.
In concomitanza con la sua denuncia, è in uscita il mio nuovo saggio dal titolo “Che cos’è il Signoraggio Bancario- L’arma per ottenere, mantenere ed accrescere il potere” per la collana Exoterica curata da Max Gaetano, edito da Edizioni Sì, con la prefazione dell’avvocato Antonio Pimpini, allievo del professore che lo ha difeso in tutte le sue cause, questo un suo breve pensiero estrapolato dalla sua introduzione: “Cosimo ci affida un Bignami delle teorie auritiane, che dovrà essere letto, riletto, verificato con il riscontro di quel che si afferma, per giungere ad una reale comprensione del sistema culturale di dominazione (signoraggio) in cui viviamo e che nessuno, soprattutto per difetto di conoscenza e consapevolezza, sino ad oggi ha mai combattuto realmente, anche perché chi lo ha fatto (il prof. Auriti) è stato perseguitato per aver svelato misteri inconfessabili …
Il testo appare, quindi, tassello indispensabile per accedere ai successivi stadi di conoscenza, tenendo sempre presente che ogni argomento trattato nei singoli capitoli rappresenta un autonomo tema d’indagine da approfondire anche con singole pubblicazioni e trattazioni”.
Grazie professore
Cosimo Massaro