L’amore per il cavallo. L’addestramento
Quando arrivano i cavalli nella scuderia …
Molto spesso arrivano giovani cavalli, con ottima genealogia, fisico perfetto, ottimo come cavallo da dressage; anche l’istruttore ne va fiero, strofinandosi le mani: quindi soddisfatto insieme al proprietario decidono di lavorarlo.
Solitamente si inizia lavorandolo alla longia: non con un semplice capezzone ma con attrezzi di costrizione come ad esempio le redini fisse e oltretutto questi meravigliosi attrezzi costringono la posizione della testa fissa.
In questo modo il cavallo non vede la pista lungo cui cammina perché la conformazione dell’occhio gli permette di vedere solo oggetti che sono nel suo raggio di visione;si porta sulle spalle e di conseguenza non è sciolto perché è limitata la libertà di movimento provocando così contrazione.
Senza dimenticare che al cavallo viene vietato di allungare l’incollatura:Non c’è cosa migliore che iniziare l’addestramento su un puledro con un capezzone, frusta da maneggio e un buon terreno uniforme,e basta;ma invece perché non aggiungere sempre più attrezzature?
Redini fisse, redini elastiche, martingala, redini di ritorno. Tutti questi attrezzi causano irrigidimento, testa bloccata e la muscolatura dell’incollatura e delle spalle viene contratta e il baricentro si sposta sul treno anteriore il cavallo non riesce a equilibrarsi a causa della muscolatura dorsale irrigidita e dai garretti allargati.
Bene, fatto questo meraviglioso lavoro si passa a montare. Prima di tutto,ovviamente giovane che è,non deve mancare il chiudi bocca ben stretto;quando trotta bisogna muovere di continuo le manie tirare,contemporaneamente spingere il giovane cavallo con gli speroni: questo provoca al giovane cavallo così tanta confusione al punto che si oppone rovesciando l’incollatura per sfuggire alla mano forte. Quindi l’istruttore che cosa fa?ordina al cavaliere di mettere le redini di ritorno e urlando dice:”non bisogna cedere deve sottomettersi”.
Se ciò non funziona si prova con la martingala fissa oppure con una nuova briglia aggiungendo le redini fisse. Perfetto! Adesso,con tutte queste costrizioni,il cavallo non potrà fare altro che incappucciasi,accusare dolore alle protidi,bocca,tendini,schiena,garretti…..e molto spesso per fingere di avere cura del proprio cavallo ci si rivolge al veterinario.Un altro problema causato dalla forzatura è la ribellione.
Molto spesso la causa del rifiuto di un cavallo ad eseguire un particolare esercizio è costituita dai dolori muscolari.Ma se l’essere umano viene definito come il più intelligente di tutte le altre specie come è possibile che cerca di adoperare queste tecniche da arrogante?
Credo che si sia perso di vista l’obiettivo.Un buon lavoro in piano ha lo scopo di rendere il cavallo decontratto e il più possibile dritto riducendo la sua asimmetria naturale,migliorando l’elasticità muscolare della sua schiena e dell ’incollatura che sono proprietà indispensabili.
Un cavallo ben lavorato in piano ha la consapevolezza di usare al meglio il suo fisico,ovviamente questo accade in qualsiasi disciplina,ma tutto questo si costruisce quotidianamente.
Ci cono uomini, è vero, cui con la loro esecuzione incantano gli spettatori,ma la parte della dimostrazione è ancora ai pregiudizi e alla instabilità dei princìpi.
Milena Mero