Consorzi bonifica, Lazzàro: “La commissione d’inchiesta fermi il “630” Chiarezza su gestioni e tributi, ma niente cortine fumogene”
«Chiarezza su gestioni e tributi, a partire dalla sospensione immediata del “630”, altrimenti ripartire sarà impossibile»
Per Luca Lazzàro, presidente di Confagricoltura Taranto, la nomina del consigliere regionale Gianni Stea alla presidenza della commissione d’inchiesta sui consorzi di bonifica è una buona notizia ma solo “a certe condizioni”.
«L’occasione è propizia per augurare buon lavoro al neopresidente – dice Lazzàro – nella consapevolezza, però, che si tratta di un impegno particolarmente oneroso. Tuttavia confidiamo nel fatto che il Consiglio regionale si è assunto la grande responsabilità di chiarire i contorni e le cifre di una gestione che negli anni si è trasformata in un’enorme voragine di debiti».
Fare chiarezza e pulizia, contemporaneamente sciogliendo nodi gordiani che si trascinano da troppo tempo, è questa la linea di Confagricoltura: «Apprezziamo lo spirito fattivo con cui Stea si è avvicinato ad una questione così complessa – spiega il presidente Lazzàro – e che è sfociata in una commissione d’inchiesta che noi per primi abbiamo richiesto. Ma proprio perché crediamo in questo strumento, ci aspettiamo che non diventi il solito modo all’italiana per sollevare cortine di fumo che non affrontano le questioni né risolvono i problemi né, tantomeno, individuano responsabilità, quando e dove siano da ravvisare. Ecco, a Stea chiediamo sommessamente di far bene e con coscienza il proprio lavoro, di indagare nelle carte e spulciare i bilanci, individuando i motivi di un “fallimento” e le certezze da cui ripartire. Vogliamo che vada sino in fondo nell’analizzare e curare il “bubbone” dei Consorzi, senza cioè riempire cassetti di buoni propositi e senza aprire tavoli che non concludono nulla».
Un punto per Confagricoltura è imprescindibile: «Un’operazione così profonda di ristrutturazione e riforma – rimarca Lazzàro – è possibile solo se è basata su equità e ragionevolezza, ossia individuando chi e quanto paga e per quali servizi. Non può funzionare, invece, il vecchio e usurato meccanismo che parte da quanto costa la macchina per poi presentare il conto agli agricoltori».
Il corollario che ne discende è per Confagricoltura l’instaurazione di un vero e proprio “rapporto di servizio” tra Consorzi e utenti: «Siamo pronti a dialogare ma tenendo ben saldo il principio cardine che deve guidare la riforma dei Consorzi, cioè che essi devono essere realmente al servizio dell’agricoltura e della società rurale pugliese. Abbiamo il sacrosanto diritto – conclude il presidente di Confagricoltura Taranto – di sapere come sono stati spesi i soldi pubblici e come si intende far ripartire i Consorzi. Del resto, come contribuenti e come agricoltori pugliesi, abbiamo già dato almeno due volte».
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