2016. Amministrative provinciali. “Riflessione dopo le ultime elezioni comunali”

2016. Amministrative provinciali. “Riflessione dopo le ultime elezioni comunali”

Comunicato Stampa dei Verdi della Provincia di Taranto

“Come molti autorevoli commentatori hanno affermato in questi giorni, il voto degli italiani alle recenti amministrative è stato un voto anti-sistema, in particolar modo contro quel nodo sistemico politico-istituzionale rappresentato dal PD di Renzi.

Ne ha fatto le spese anche chi, come i Verdi romani, improvvidamente con esso si è schierato, senza rendersi conto di quanto fosse ormai inviso a quella popolazione. Coerentemente, Gianfranco Mascia, co-portavoce provinciale di Roma, ha tratto le dovute conclusioni, dimettendosi.

Senza voler seguire le orme di altri che si esaltano per le vittorie conquistate altrove e si rallegrano per le sconfitte altrui, uno sguardo complessivo all’esito elettorale ci conferma come raramente ormai i sindaci uscenti vengano riconfermati (Bologna, in questo, felice eccezione).

Il fatto è che i tagli ai trasferimenti di risorse operati dai governi che si sono succeduti in questi anni, Renzi compreso, hanno reso quasi impossibile amministrare le realtà locali, dando risposte adeguate ai bisogni dei cittadini.

A ciò si aggiungano decisioni riguardanti l’assetto dei territori e l’uso delle loro risorse, prese in maniera autoritaria, in dispregio delle volontà del popolo ed esautorando i suoi legittimi rappresentanti, in nome di interessi non sempre chiari e non sempre controllabili, quali lo “Sblocca-Italia”. Il malcontento si coagula intorno alla figura istituzionale più vicina: il sindaco.

Ma questa volta i cittadini hanno individuato anche nel governo e nel partito di governo i responsabili del proprio malessere. Mai come in questo caso il voto amministrativo è stato un voto politico.

La realtà jonica non fa eccezione: il PD esce severamente punito dalla competizione elettorale, mentre trionfano le liste civiche, percepite dai cittadini come qualcosa di veramente nuovo e di pulito, in grado di rappresentare le loro istanze in quanto frutto di anni di lavoro sul campo.

Le tante emergenze ambientali non affrontate, le bonifiche di là da venire, l’incombere di altri insediamenti fortemente impattanti sul territorio, i dati allarmanti sulle malattie da inquinamento hanno avuto il loro peso nella cabina elettorale.

Il Pd paga il sostegno di alcune scelte baricentriche che ha penalizzato la provincia jonica quando si trattava di aprire nuove discariche, mentre non si colmava il divario sull’offerta di servizi sanitari o di collegamenti infrastrutturali. Ne esce punita anche la destra che ha sostenuto scelte a favore della cementificazione, degli inceneritori e delle discariche, a livello nazionale e locale in modo non dissimile dal Pd.

La svolta auspicata da Renzi dietro la parola d’ordine della rottamazione si è realizzata, ma non a vantaggio del PD: nel deserto di idee e di valori, nell’abbandono dei simboli del passato, nel rigetto delle eredità storiche, nella distanza dai bisogni di alcuni strati sociali, altri si sono inseriti affermando le proprie ragioni. Altri proprio di quel vuoto hanno fatto la loro bandiera.

Non a caso, nella quotidiana guerra mossa dai pentastellati tarantini ai Verdi, ricorre l’accusa di essere mossi da una ideologia, semplicemente perché i Verdi hanno delle idee (da copiare, all’occorrenza).

Ebbene, noi alla politica “liquida” non crediamo, come non crediamo alla proclamata trasversalità di alcuni. Pensiamo invece che un ancoraggio ad un sistema di valori e regole sia necessario, che una “visione”, che funga da meta per l’agire politico, sia indispensabile. L’onestà, la trasparenza, la sobrietà sono dei prerequisiti irrinunciabili, ma non possono essere, in sé e per sé, degli obiettivi.

Dunque, partendo dalla preziosa esperienza e dalla ricchezza di energie nuove proprie del civismo, occorre secondo noi ricostruirlo un perimetro di idee e valori condivisi, in cui sensibilità diverse e storie diverse possano riconoscersi, mutuando dal passato, se occorre, modelli positivi, ridando alla politica quel significato ampio e nobile che le è proprio. Così come è stato fatto con il “laboratorio Grottaglie e “laboratorio Napoli” e, ancor prima, come è stato fatto a Taranto nelle elezioni comunali del 2012″.

viv@voce

Lascia un commento