SAVA. L’amministrazione IAIA tra l’immagine e l’incapacità amministrativa
Il passaggio dal marchese del Grillo all’inutilità
“Speriamo di poter andare in ferie per riposarci un pò”. Fu con questa massima che il sindaco pro tempore savese lasciò intendere ai convenuti, o meglio dire agli afecionados nell’inaugurazione della tanto agognata isola ecologica, l’immensa fatica amministrativa fatta dalla sua compagine all’interno della nostra Casa comunale e di riflesso nella vita di tutti i giorni nel paese.
Francamente non sembrava provato, nell’aspetto, anzi risultava ben dimesso e privo di fatiche. Ma si sa che, questo sindaco, ha curato alla massima potenza la sua figura o meglio dire la sua carica di primo cittadino in tutti questi 5 anni. Grazie questo anche ai giornali locali che pur di riempire pagine, o sui social network in video ripetitivi, scordano qual è la loro funzione. Certamente da non “yes man”.
Ma l’era della comunicazione sovrasta le nostre vite. E molti ancora oggi credono che avere diverse migliaia di seguaci su facebook è sinonimo di incasso elettorale. E su questa falsa riga, seppur indicativa ma mai determinante, alcuni credono che la befana esiste ancora. E su tutto che Babbo Natale aspetta il prossimo dicembre per scendere dal camino e portare i doni. Bontà loro. Ma questo sindaco pro tempore è così tanto sicuro di sè che vede vicino il rinnovo della sua carica amministrativa.
E non sappiamo quali sono i fatti che lo porteranno alla riseduta nel massimo scranno comunale. Ci sfugge qualcosa. Forse più di qualcosa. In questi quasi 5 anni di dominio, si perché di dominio si è trattato, ha fatto il bello e il brutto tempo come più gli era affine. E dalla sua ha avuto solo una forza numerica, dicasi Consiglieri comunali, buoni solo ad alzare la mano e dire sempre sì. La Casa comunale, mai come ora, non si era mai vista così lontana dal paese.
E lo IAIA crede ancora all’acqua calda. Un primo cittadino che è convinto che mettere due cestini per la raccolta delle carte nel centro urbano e due scivoli con rispettive altalene lo possono salvare dall’inerzia dei quasi 5 anni di suo operato. Oppure quella di presenziare nel Giugno Savese è sinonimo di consenso elettorale.
Oppure ancora risultare presenzialista agli incontri nelle scuole pubbliche. Ma questo signore, dove la modestia non è il suo forte, deve dire solo grazie alla sommatoria della passate elezioni comunali se ha avuto l’immensa fortuna di amministrare il nostro paese. E della serie “chiù culu ca giudiziu”, alla savese maniera, si è trovato su di un piatto d’argento una infinità di lavori di cui il paese ne sta beneficiando. Non è opera sua. Non è merito suo. Per nulla. Assolutamente.
Anzi, in alcuni casi ha storpiato per davvero il progetto primitivo (vedi il tratto di strada che va da Via Mazzini al primo rondò della zona industriale). Non sappiamo come lo deve ricordare il paese. Quello che possiamo dire è che, a chiare lettere, la sua amministrazione è costata quasi 500 mila euro, tra stipendi e contributi previdenziali.
Dario IAIA sta per passare all’incasso fra otto mesi. Ma speriamo che la cassa questa volta sia fuori uso.
E magari con un cartello affisso che dice: “Ritenta la prossima volta. Questa volta no. Riposati, visto che ti sei affaticato così tanto”.
Giovanni Caforio