MANDURIA. “Abbattiamo l’ecomostro”
Il neo Comitato “Chidro Libero”, costituito da un primo gruppo di associazioni e cittadini, intende lanciare una campagna di sensibilizzazione riguardo alla “problematica ECOMOSTRO” sul fiume Chidro
L’obiettivo è quello di richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica verso l’oltre trentennale problema del manufatto edilizio, definito ECOMOSTRO, costruito sul fiume Chidro e a tutta quella zona notevolmente compromessa e abbandonata al suo destino.
Il territorio era ed è tutelato da norme nazionali, regionali ed europee, ma di fatto non hanno impedito lo scempio che è sotto gli occhi di tutti: una struttura fatiscente e abbandonata; corrosa e spogliata di ogni strumentazione di valore; dove trova riparo di tutto; dove si sono accumulati negli anni consistenti trascuratezze.
Primo impegno è stato quello di approntare un info point per sabato 27 e domenica 28 agosto, presso piazza delle Perdonanze a San Pietro in Bevagna.
A seguito di una maggiore consapevolezza sociale, il Comitato Chidro Libero, lancia quindi una petizione affinché vengano abbattute le strutture dell’ECOMOSTRO con conseguente messa in sicurezza del sito e ripristino dei luoghi come riconoscimento della valorizzazione reale dei beni comuni, da consegnare alle generazioni future.
https://www.facebook.com/profile.php?id=100013173549314
mail: chidrolibero@yahoo.com
Di seguito il testo del volantino che viene distribuito presso il gazebo.
Il complesso dell’impianto di captazione delle acque del fiume Chidro ha ormai oltre quarant’anni di vita e non è mai entrato in funzione.
Negli anni, tutto il complesso è stato vandalizzato e depredato di ogni cosa di valore stante l’abbandono, ed è stato destinatario di numerosi esposti e denunce da parte di associazioni e privati cittadini.
L’impianto è situato in un’area protetta confinante con le Riserve naturali del litorale tarantino jonico, e già nel suo progetto era estremamente impattante e deturpante l’ambiente.
L’abbandonato impianto, costato circa 250 miliardi di lire, nonostante sia compromesso dalla ruggine, è usato da anni come trampolino per i tuffi, dove nell’agosto del 2004 si è verificato un incidente che ha visto la morte di un’adolescente.
Nel mese di maggio 2016, è intervenuto il NOE (Nucleo operativo ecologico) dei carabinieri, a seguito dell’ennesimo esposto, che ha diffidato il sindaco a mettere in sicurezza l’impianto.
A seguito di tutto ciò chiediamo l’abbattimento delle strutture di captazione delle acque del fiume Chidro, della messa in sicurezza del sito e il ripristino dei luoghi come riconoscimento della valorizzazione reale dei beni comuni, da consegnare alle generazioni future.
Venite a firmare la petizione popolare per l’abbattimento dell’ECOMOSTRO presso il gazebo.