SBLOCCATI I FONDI PER LA TARANTO-AVETRANA
Le condizioni sembrano quelle giuste, il Governo ha sbloccato i fondi, la proposta progettuale è chiara e definita, la fase operativa si spera rimanga nei tempi fissati
Un’opportunità vera di sviluppo si sta presentando per i territori interessati alla Taranto-Avetrana, arteria viaria fondamentale per la mobilità, ma anche un’iniezione di fiducia, per il lavoro che genererà e per l’effetto moltiplicatore che avrà sulle politiche del turismo.
Il terzo lotto della Taranto-Avetrana è un intervento qualificante del Patto per la Puglia e rappresenta la spina dorsale di un progetto più ampio, assieme ai primi due lotti e alla Bradanico-Salentina prevista nella programmazione Cipe.
I 151 milioni inseriti nel Patto per la Puglia per finanziare la nuova litoranea costituiscono per certo una buona notizia, per Taranto e per il versante orientale della sua provincia.
A patto, però, che i cantieri seguano la “traccia” dei fondi in tempi certi e ragionevoli. Quindi ora subito i cantieri, facendo bene e in tempi ragionevoli.
Pertanto, sarà necessario affrontare senza esitazioni il tema degli interventi legati al contesto tra la strada e il mare, relativi a servizi, parcheggi, infrastrutture.
Risorse e strumenti normativi sono a disposizione, serve uno scatto in avanti da parte di tutti gli attori, pubblici e privati.
Sarà indispensabile che gli Enti locali si facciano trovare preparati, dotandosi per tempo dei progetti esecutivi per giungere più agilmente dalla fase d’appalto all’apertura dei cantieri.
Per l’Ance (Associazione Nazionale Costruttori Edili) un’opera pubblica non è mai fine a se stessa, coinvolgendo le Istituzioni, le comunità, i territori, le aziende e le persone.
Un intervento del genere va perciò seguito con cura e attenzione, dal governo nazionale e regionale, dalla macchina burocratica e, naturalmente, da chi come Ance ha nel proprio dna non la retorica del “fare”, ma la pratica del “far bene”.
Le condizioni sembrano quelle giuste, il Governo ha sbloccato i fondi, la proposta progettuale è chiara e definita, la fase operativa si spera rimanga nei tempi fissati.
Ma non è scontato visto che in media, secondo uno studio del Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Economica, ci vogliono 5,2 anni per portare a termine un’opera pubblica nel settore della viabilità, che salgono a 7,2 al Sud.
Il rischio vero sono i tempi morti dovuti ai blocchi amministrativi che, mediamente, occupano il 61% della durata complessiva dell’opera.
Ance rende noto che vigilerà su questo aspetto delicato della questione così come su ogni ulteriore passaggio e particolare.
Al momento, della dotazione prevista nel Fondo di Sviluppo e Coesione sono già in cassa solo 1,4 milioni per la progettazione esecutiva.
Il resto arriverà, si spera, come stabilito nel Patto per la Puglia, in modo da evitare di incrementare statistiche non molto positive.
Vito Piepoli