Usa: class action mette sotto accusa “L’Oreal” per la vendita di un prodotto che farebbe perdere i capelli

Usa: class action mette sotto accusa “L’Oreal” per la vendita di un prodotto che farebbe perdere i capelli

Un balsamo per capelli L’Oreal commercializzato per le donne afro-americane che promette “più volume, capelli setosi” invece provocherebbe la perdita di capelli, secondo una class-action americana contro il colosso francese di cosmetici

L’azione sosterrebbe che il prodotto è stato realizzato con un “pericoloso mix di sostanze irritanti e sostanze potenzialmente tossiche”. La citazione prende di mira il relaxer non-soda di L’Oreal commercializzato con il marchio soft Sheen-Carson e pubblicizzato da celebrità come le modelle Cynthia Bailey e Johnny Wright, parrucchiere per la First Lady Michelle Obama.

Il prodotto sarebbe responsabile di “lesioni preoccupanti e dolorose, tra cui la perdita dei capelli e la rottura così come l’irritazione del cuoio capelluto, vesciche e bruciori”, viene indicato nell’atto di citazione, che è stato depositato mercoledì in un tribunale federale in California.

Gli aderenti all’azione sarebbero già 100.000, ha detto l’avvocato Ben Meiselas, che ha già rappresentato celebrità, tra cui Michael Jackson. Meiselas ha detto che le sanzioni potrebbero superare “diverse” centinaia di milioni di dollari e ha detto alla AFP che era “felice” di impegnarsi in trattative bonarie. “È’ per loro se vogliono evitare un processo”, ha detto. L’Oreal non ha risposto immediatamente ad una richiesta di commento.

Nella commercializzazione del prodotto, L’Oreal ha propagandato l’uso di olio di amla, che è derivata da LRD, un uva spina indiana. Ma nella causa è sostenuto che il prodotto conteneva “quasi nessun” olio di Amla ed era invece realizzato con un “pericoloso mix di sostanze irritanti e sostanze potenzialmente tossiche.”

Tra i querelanti l’attrice Sharon Manier della California, che è stata attratta da annunci pubblicitari che promuovevano le qualità di “ringiovanimento” del relaxer. Ma la Manier ha potuto subito sperimentare irritazione del cuoio capelluto, seguita dalla perdita di capelli.

La stessa attualmente  starebbe cercando di coprire le aree di perdita di capelli ed è acquistando costosi ricostituenti per capelli per aiutarli ha ricrescere”, si legge nell’atto.

Un’altra eclatante azione collettiva negli Stati Uniti, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, che si augura che anche in Italia si possa definitivamente realizzare un modello simile di class action per gli effetti positivi in capo ai consumatori che potrebbe avere.

 

viv@voce

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