LEGAMBIENTE. “Ilva, un altro morto. Si ponga fine a questa mattanza. Si facciano gli investimenti necessari. O si chiuda”
Stamattina, in un incidente all’Ilva, all’Altoforno 4, è morto Giacomo Campo, un operaio che stava lavorando su un nastro trasportatore fermato durante la notte per consentirne la riparazione
Le cause dell’incidente sono ancora ignote. Mentre ci uniamo al dolore dei suoi familiari chiediamo che vengano appurate al più presto le cause di quanto è accaduto per individuare eventuali responsabilità.
Ma al di là di cause e responsabili, resta il dolore e la follia di un’ennesimo morto sul lavoro in una fabbrica commissariata, con impianti sotto sequestro, oggetto di dieci decreti legge.
A giugno 2015 all’Altoforno 2 era morto in un altro incidente sul lavoro Alessandro Morricella.
Chiediamo che si ponga fine a questa mattanza.
Si effettuino tutti gli interventi necessari per permettere a chi lavora in Ilva di farlo in sicurezza. E si ponga mano agli investimenti previsti dall’AIA che, in attesa del nuovo Piano Ambientale, vanno comunque realizzati.
Qualche giorno fa sono stati resi noti i risultati dei nuovi studi effettuati dall’epidemiologo Francesco Forastiere su cittadini residenti a Taranto fino al 2013 riguardanti le relazioni tra inquinamento di origine industriale, in particolare le emissioni di PM10 e SO2 dell’Ilva, e mortalità.
Gli studi attestano un eccesso sia di mortalità per cause respiratorie che per malattie cardiache.
Spetta al processo per disastro ambientale in corso, in cui siamo costituiti parte civile, accertare le responsabilità del passato e punire i colpevoli. Ma spetta al Governo garantire concretamente che il futuro non sia responsabile di nuovi morti. La copertura dei nastri trasportatori va terminata; i parchi minerali vanno coperti; gli interventi previsti sulle cokerie e sugli altri impianti vanno realizzati.
Il nuovo Piano Ambientale non può contenere passi indietro rispetto all’AIA. E va attuato in fretta.
O, se non si è in grado di farlo, si chiuda: siamo stanchi di piangere i nostri morti.