Al Nord è allerta Virus Febbre del Nilo: segnalati 14 nuovi casi umani
Colpiti anche ruminati ad Imola e a Lotzorai (Ogliastra), in Sardegna
La febbre del Nilo occidentale ha di nuovo colpito in Italia, tutta colpa delle zanzare.
Pochissimi ne parlano, ma lo “Sportello dei Diritti” ha continuato fin dall’inizio dell’estate appena passata a diffondere i dati relativi alla pericolosa diffusione di un virus conosciuto come “Febbre del Nilo occidentale” che anche il centro europeo per la prevenzione delle malattie e controllo (ECDC) ha tenuto sotto stretto monitoraggio.
Alla data del 22 settembre sono stati registrati ulteriori 14 casi umani di “West Nile”, tre nelle province recentemente colpite di Milano (1) e Ravenna (2) e 11 su cinque in Province già contagiate dal virus: Bologna (4), Ferrara (1), Mantova (3), Modena (1) e Verona (2). Per l’Unione Europea, invece sono 149 complessivamente i casi confermati ad oggi e 205 i casi registrati nei paesi limitrofi. Colpiti anche ruminanti: un altro caso di West Nile Virus (il nome più internazionale della nostrale Febbre del Nilo) dopo quello di inizio settembre che a Castel San Pietro Terme, in provincia di Imola, ha colpito un cavallo. Questa volta la vittima è un asino, deceduto in un allevamento di Lotzorai (Ogliastra), in Sardegna.
La Asl di Lanusei ha diramato ufficialmente i risultati dell’esame condotto dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e Molise “G.Caporale”, che è il centro di referenza nazionale per la sorveglianza veterinaria relativamente al West Nile Virus.
La febbre del Nilo occidentale è una malattia provocata dal virus West Nile diffuso in Africa, Asia occidentale, Europa, Australia e America. Il virus viene trasmesso principalmente dalle zanzare in particolare quelle del tipo Culex, talmente diffuse nell’area del Po da essere state ribattezzate “zanzare notturne padane”. Oltre alla trasmissione per mezzo della puntura di zanzara, il virus può essere trasmesso, molto più raramente come sottolinea l’Iss, l’Istituto superiore di Sanità, da trapianti di organi, trasfusioni di sangue e per via fetale in gravidanza.
Il periodo di incubazione varia fra 2 e 14 giorni, ma può essere anche di 21 giorni nei soggetti con deficit a carico del sistema immunitario. La febbre del Nilo occidentale è, nella maggior parte dei casi, una malattia asintomatica.
I sintomi, dice l’Iss, sono febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati, sfoghi cutanei. La loro intensità è variabile: come hanno dimostrato i due casi di agosto del lodigiano, negli anziani i sintomi possono essere più gravi, mentre nei bambini è più frequente una febbre leggera, mediamente più alta nei giovani, accompagnata da arrossamento degli occhi, mal di testa e dolori muscolari.
In meno dell’1% delle persone infette i sintomi possono aggravarsi e possono comparire anche disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore, convulsioni, fino alla paralisi e al coma.
Alcuni effetti neurologici, continuano gli esperti dell’istituto, possono essere permanenti: in circa 1 caso su 1000 il virus può causare un’encefalite letale. In Italia la febbre del Nilo occidentale è stata identificata per la prima volta nel 1998 in Toscana, in un focolaio che ha provocato la morte di sei cavalli, ricorda il ministero della Salute.
Dal momento che non esiste un vaccino per la febbre del Nilo occidentale, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, l’unico modo per ridurre il rischio di contagio è quello di esporsi il meno possibile alle punture di zanzare. Per allontanare le zanzare può essere utile un ventilatore.
Infatti le zanzare temono il vento che impedisce loro di volare e inoltre l’aria mossa allontana gli odori dell’uomo, il vero bersaglio delle zanzare. I repellenti naturali come la citronella sono spesso inefficaci perché le zanzare hanno imparato ad associare questi odori alla presenza dell’uomo, così come fanno con i profumi delle donne, i dopobarba, ecc.. Per non essere punti l’unico modo è cospargere le parti esposte con un insetto repellente.
Ce ne sono di vario tipo, sono efficaci almeno nell’ora dopo l’applicazione, ma tutti hanno una certa tossicità e si assorbono.
Per questo si sconsiglia il loro uso sui bambini.
Tra le altre misure preventive, svuotare i vasi di piante e fiori o altri contenitori con acqua stagnante o meno come le ciotole per animali, e usare zanzariere alle finestre. Ancora, meglio evitare le zone lacustri e le pozze d’acqua e coprirsi con pantaloni, camicie o magliette a maniche lunghe.