Bari. Auditorium Vallisa. MORTE A VENEZIA, di Thomas Mann

Bari. Auditorium Vallisa. MORTE A VENEZIA, di Thomas Mann

Lettura concerto con PAOLO PANARO Giuseppe Barile, pianoforte. Mercoledì 2 novembre, ore 21 (prima parte), ore 22 (seconda parte); giovedì 3 novembre, ore 21 (prima parte), ore 22 (seconda parte). Le direzioni del racconto, progetto sulla narrazione letteraria a cura della Compagnia Diaghilev. X edizione

L’attore Paolo Panaro e il pianista Giuseppe Barile rendono omaggio a Thomas Mann con «Morte a Venezia», capolavoro dello scrittore tedesco pubblicato nel 1912. Il doppio appuntamento è in programma mercoledì 2 e giovedì 3 novembre, nell’Auditorium Vallisa di Bari, per la decima edizione della rassegna di teatro di narrazione letteraria «Le direzioni del racconto», organizzata dalla Compagnia Diaghilev in collaborazione con l’Assessorato alle Culture del Comune di Bari e il sostegno della Regione Puglia (biglietti 10 euro, info e prenotazioni 3331260425).

La lettura-concerto sarà divisa in due parti, ognuna delle quali andrà a costituire appuntamento a sé secondo il seguente calendario: mercoledì 2 novembre, ore 21 (prima parte), ore 22 (seconda parte), giovedì 3 novembre, ore 21 (prima parte), ore 22 (seconda parte).

Indagine sulla crisi dell’uomo contemporaneo, «Morte a Venezia», che nel 1971 fu portato sul grande schermo da Luchino Visconti, racconta la storia dello scrittore Gustav von Aschenabach, nel quale la critica ha individuato il compositore Gustav Mahler, teoria rispetto alla quale la combinazione tra voce recitante e pianoforte, di questa lettura, si propone decisamente intrigante. 

Raggiunta ormai la fama e la rispettabilità, alle soglie del suo cinquantesimo compleanno, Gustav von Aschenbach sente improvvisamente una strana inquietudine e l’urgente desiderio di viaggiare. Parte per Venezia dove alloggia all’Hotel dei Bagni al Lido, frequentato dall’alta società internazionale. Qui incontra un bellissimo adolescente polacco dai capelli biondi e dagli occhi grigio-crepuscolo verso il quale prova un’irresistibile e morbosa passione.

Tra Aschenbach e il giovane Tadzio nasce un rapporto fatto di sguardi e gesti, mai di parole, alimentato nell’animo dello scrittore da reminiscenze classiche. Segue Tadzio per le calli e i canali veneziani, cerca di apparire più giovane tingendosi i capelli e utilizzando cosmetici.

Venezia, con il suo fascino decadente, fornirà all’inquietante e proibita storia d’amore, la più appropriata delle cornici: canali putrescenti, gondole nere come bare e magnifiche architetture moresche. «Morte a Venezia» è la più commovente, drammatica e filosofica meditazione novecentesca sul rapporto fra Eros e Thanatos, fra la bellezza e l’irreversibile trascorrere del tempo.

  

addetto stampa

Francesco Mazzotta

viv@voce

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