Ilva: minacce di morte al poeta operaio, autore de “Il Mostro”
Il grottagliese Vincenzo De Marco da anni denuncia coi suoi scritti le condizioni degli operai Ilva. Da allora subisce sberleffi, rapporti disciplinari e, da ultimo, minacce di morte
Il web è pieno di messaggi solidali verso il poeta operaio Vincenzo De Marco (in arte Vincent Cernia) che, pochi giorni fa ha trovato il proprio armadietto aziendale con scritte minacciose da parte, molto probabilmente, di suoi stessi colleghi.
Autore de “Il Mostro di rabbia e d’amore”, un libro di poesie inneggianti la vita, l’amicizia, la propria terra e descrittivi la lotta contro il siderurgico Ilva, causa di inquinamento e, per vari incidenti avvenuti negli anni, di morti sul posto di lavoro (troppo spesso ad essere spezzate erano delle giovani vite), Vincenzo ha girato l’Italia cercando di sensibilizzare, anche con incontri nelle scuole, sui temi dei diritti dei lavoratori, alla salute e ad un ambiente tutelato.
Non ha vissuto momenti facili perché spesso è rimasto solo: troppa la paura di denunciare. Il ricatto occupazionale in cui versa la nostra terra non è infatti un’illusione. Lavoro, salute o vita? Qui bisogna scegliere.
A Taranto bisogna scendere a compromessi inaccettabili. De Marco e tanti altri non ci stanno e, con forza e coraggio, proseguono la loro battaglia.
Tra i suoi sostenitori anche i genitori tarantini, che lo affiancano e sostengono. Possiamo immaginare e capire i motivi: le vittime, sono figli di tutti.
Gabriella Miglietta