Pericolosa infezione fungina si diffonde negli Stati Uniti. È la Candida auris spesso resistente al trattamento e a volte mortale
“Minaccia emergente” è l’allarme lanciato venerdì dalle autorità sanitarie americane alzando il livello di allerta
Il nome non promette nulla di buono: Candida auris. Si chiama così un fungo spesso resistente al trattamento e a volte mortale, che sta mettendo in allarme gli esperti. Benché sia di origine asiatica, questo fungo è arrivato negli Stati Uniti. Per ora il numero dei casi sono tredici di cui quattro finora i decessi, ma i ricercatori sono preoccupati perché hanno notato che questa forma si sta diffondendo molto velocemente negli Stati Uniti.
La Candida auris ha fatto al sua prima comparsa nel 2009 dopo essere stato isolato dalle secrezioni dell’orecchio esterno di un paziente giapponese, e dopo il primo riscontro infezioni da Candida auris con setticemia sono state segnalate in Corea del Sud, India, Sud Africa e Kuwait, oltre che in Colombia, Venezuela, Pakistan e Regno Unito. Inoltre, un ceppo di C. auris è stato identificato negli Stati Uniti nel 2013.
Secondo il rapporto dei Cdc il 60% dei pazienti infettati è deceduto, anche se queste cifre si basano su un limitato numero di casi e se molti dei pazienti contagiati e successivamente deceduti avevano altre condizioni patologiche che li mettono a maggior rischio di mortalità.
Quasi tutti i ceppi isolati risultano resistenti al fluconazolo, più della metà al voriconazolo, un terzo sono resistenti all’amfotericina B e molti anche alle echinocandine. I Cdc avvisano che i test attualmente disponibili in commercio non sono in grado di distinguere la C. Auris dalle altre specie di Candida, invitando le strutture sanitarie che sospettano di avere un paziente con infezione da C. Auris a contattare le autorità sanitarie.
I pazienti di solito si infettano dopo diverse settimane di permanenza in ospedale, il lievito sembra diffondersi all’interno delle strutture sanitarie e, anche se il meccanismo esatto non è noto, un ruolo importante è probabilmente svolto dal contatto con le superfici e le attrezzature contaminate. I fattori di rischio comune tra i pazienti che hanno contratto l’infezione comprendono un recente intervento chirurgico e l’utilizzo di cateteri.
Secondo i Cdc un’accurata disinfezione delle attrezzature utilizzate e la tempestiva segnalazione dei casi sospetti sono il primo passo per il controllo dell’infezione da Candida auris.
Gli esperti sono già al lavoro per contenere un’eventuale epidemia. Anche se non sono considerati una priorità dalla scienza, oggi le infezioni fungine uccidono circa un milione di persone l’anno, più dei tumori, commenta Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”.
E’ un problema largamente sottovalutato anche perchè la maggior parte delle persone conosce le infezioni funginee lievi. Un problema globale da tenere monitorato.