Mamma sotto processo per atti sessuali per aver allattato la figlia di 7 anni
Una madre è stata chiamata in Svizzera a rispondere di quello che è stato giudicato come un caso eccezionale
Alla fine di gennaio una madre dovrà comparire di fronte alla giustizia a Dietikon (ZH). Il motivo? Secondo quanto rivelato dal decreto d’accusa, la donna avrebbe allattato la figlia nata nel 2007 dall’ottobre del 2011 (4 anni) fino alla fine del 2014 (7 anni compiuti). La donna sarebbe pertanto colpevole, secondo il pubblico ministero di Zurigo, di atti sessuali con fanciulli e atti sessuali con persone incapaci di discernimento o inette a resistere, e ciò perchè non solo avrebbe dato con regolarità il seno alla figlia oramai cresciuta per una ventina di minuti, ma le avrebbe anche permesso di appoggiare la mano sull’altro seno, accarezzandolo.
Questo nonostante lo svezzamento fosse terminato e la piccola (che non soffre di alcun disturbo) non avesse più bisogno di latte materno. La segnalazione alle autorità è arrivata dal padre della bambina a fine 2014 dopo che la donna lo aveva lasciato e se ne era andata con la figlia e per questo è stato condannato in aprile per aver taciuto così a lungo.
Il padre è stato infatti ritenuto colpevole perché consapevole di ciò che faceva la moglie senza però far nulla per impedirlo, e quindi colpevole di aver favorito degli “atti sessuali” con fanciulli è stato condannato a una pena pecuniaria di 2700 franchi svizzeri, più le spese processuali.
Il caso pone una questione importante: fino a che età è lecito allattare? «Possibile abuso». Per gli esperti di diritto è teoricamente possibile che la madre venga condannata per atti sessuali nei confronti di una persona incapace di discernimento, o di atti sessuali con un bambino.
E’ necessario però capire è perché abbia proseguito con l’allattamento e se ha agito per scopi sessuali. I pediatri difendono la madre sostenendo che probabilmente la bambina aveva bisogno di “questo tipo di attenzione” e che in altre culture l’allattamento al seno prolungato è un comportamento abbastanza normale.
Generalmente, i pediatri raccomandano l’allattamento esclusivamente al seno, o al biberon, nei primi quattro-sei mesi d’età. Da quel momento in poi bisogna insegnare loro, gradualmente, ad alimentarsi normalmente.
Dopo il primo anno d’età un bambino può mangiare normalmente a tavola. Ma è del tutto possibile che un bambino venga allattato anche per un periodo più lungo. La durata dell’allattamento al seno dipende soprattutto dalla disponibilità di alternative, come prodotti da biberon o alimenti adatti all’età del bambino. È tuttavia impossibile definire un limite di età netto in cui interrompere l’allattamento. Stessa storia con l’Associazione Professionale di consulenza all’allattamento: una madre che allatta il suo bambino di quattro, cinque o sei anni, non è malata o perversa.
L’abuso sessuale non avviene attraverso l’allattamento al seno. In Corea, il figlio più giovane di una famiglia viene spesso allattato al seno fino a sette o otto anni, a volte fino a dodici. Non è infine raro che un bambino voglia succhiare il seno anche quando non vi è più disponibilità di latte.
Questo perché, oltre alla funzione nutritiva, l’allattamento funge da azione rilassante. Insomma, una brutta storia, sostiene Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”,soprattutto per la bambina. Diversi esperti e ricerche sottolineano l’importanza di allattare i figli al seno, esclusivamente fino ai 6 mesi e almeno fino ai 12 mesi del bambino.
L’OMS raccomanda inoltre di continuare ad allattare fino ai 2 anni e oltre. Infine ricerche dimostrano che il latte continua ad essere nutriente anche dopo l’anno.