Autonomia ed indipendenza: creano ingratitudine
A quanto pare chi è più autonomo ed indipendente non sempre manifesta gratitudine verso la generosità altrui
Una recente ricerca pubblicata sulla rivista Cognition and Emotion cerca così di spiegare la relazione che intercorre tra autonomia e gratitudine. Un gruppo di studenti della American University di Washington, coordinato e seguito dal professore associato di psicologia Anthony Ahrens, ha esaminato il comportamento di 500 individui in relazione ad una misura self-report che determinasse i livelli di autonomia di ciascuno di essi.
In particolar modo, questo criterio è stato incentrato su domande (e conseguenti risposte) come “quanto ti piace fare affidamento su altri per ricevere aiuto?” o “quanto ti piace avere altre persone che dipendono da te?”.
Gli studi effettuati sono stati esattamente tre e da questi il professor Ahrens è giunto alla conclusione che i soggetti con il punteggio più alto di autonomia (intesa come non voler pesare sugli altri o non voler dipendere dagli altri) mostrano meno gratitudine durante la loro vita e ne apprezzano meno il valore.
A dimostrarlo è stato l’atteggiamento dei partecipanti coinvolti nella ricerca: nel primo studio gli individui maggiormente autonomi hanno presentato sentimenti meno positivi confermati ancor di più dal secondo studio mirato ad evidenziare l’avversione circa la gratitudine.
In ultima istanza, gli studiosi hanno cercato di definire attraverso uno spettro più ampio se l’autonomia potesse interferire con la compassione e come previsto le persone più autonome erano concentrate su se stesse e meno sul sostenere gli altri.
Il professor Ahrens ha affermato che non c’è nulla di più sbagliato che essere autosufficienti e valorizzare la propria autonomia; inoltre si è mostrato preoccupato riguardo a fino a che punto l’autonomia può interferire con i processi che legano tra loro le persone.
“La qualità di una relazione potrebbe risentirne se la gratitudine non viene mai espressa. Una persona molto autonoma potrebbe fraintendere un gesto ben intenzionato del partner. Un’azione di compassione potrebbe essere vista come invadente invece che un atto di supporto e aiuto” ha ribadito il professore dell’American University di Washington.
Secondo il ricercatore infatti, la gente che apprezza l’indipendenza, prova una sorta di avversione verso la gratitudine proprio perché quest’ultima potrebbe comportare debolezza.
Non bisogna dimenticare che da altre ricerche collegate all’autosufficienza è emerso come taluni soggetti siano più predisposti alla depressione a differenza di chi è incline alla gratitudine e riceve maggiori benefici.
Rossana Pesare