Sacchi termici per bambini velenosi. Contengono ftalati in percentuale altissima, sostanze pericolose per la riproduzione
RAPEX lancia l’allarme, a rischio la salute dei bambini
Chi lo direbbe che negli innocui sacchi termici per bambini, un accessorio indispensabile per l’inverno, possono nascondersi in maniera subdola sostanze venefiche per i piccoli che li contengono, eppure è quanto emerge dai test effettuati dal RAPEX.
La causa dell’incresciosa situazione, la troppa chimica che si nasconde nei tessuti e nelle fibre degli articoli per l’infanzia, visto che, secondo l’indagine del sistema comunitario di allerta rapido per i prodotti pericolosi, su 15 articoli esaminati ben quattro contenevano sostanze chimiche quali ftalati.
Quel che è peggio è che gli articoli più a rischio sono quelli destinati a bambini di età compresa dagli zero ad un anno, ovvero più vulnerabili degli altri all’aggressione di queste sostanze chimiche e per giunta sacchi termici, in questo caso, non certo venduti in catene di distribuzione clandestina, tutt’altro, parliamo di punti vendita specializzati nell’abbigliamento o dell’intimo dei piccoli.
Infetterebbe, secondo RAPEX, con la semplice traspirazione del corpo, la sudorazione oppure portando il prodotto in bocca. Riportiamo la lista di articoli per l’infanzia segnalati dal RAPEX al nostro Ministero della salute riportati di seguito: sacco a pelo “Babies”‘ Marca: Troller Nome: Skinnpose Tipo / Numero di lotto / codice a barre: 9325021013657; sacco a pelo “Babies” Marca: Troller Nome: Iglo2 Numero di lotto / codice a barre: 6418991027588; sacco a pelo / piede caldo “Babies” Marca: EGR Nome: Footwarmer flexi artico Numero di lotto / codice a barre: 7350013210976 e Babies ‘sacco a pelo / coprigambe Marca: Vinter & Bloom Nome: Åkpåse “Mini Dots” Tipo / numero di modello: 37.035-1 Numero di lotto / codice a barre: 7340096720509. I ftalati vengono aggiunti alle materie plastiche per migliorarne la flessibilità e la morbidezza.
Non essendo legati chimicamente alla plastica, possono facilmente “migrare” e depositarsi sulla pelle, essere inalati o ingeriti. Si sospetta che alcuni di essi agiscano come interferenti endocrini, cioè creino scompensi ormonali e danneggino lo sviluppo dei nascituri. In campo tessile sono usati per le stampe di scritte o disegni applicate a magliette, pigiamini, specie nell’abbigliamento dei più piccoli. Se la stampa si “screpola” vuol dire che contiene pochi ftalati, viceversa una stampa che resta sempre morbida e inalterata ne contiene molti.
L’Unione europea ha classificato due tipi di ftalati (il Deph e il Dpb) come “tossici per la riproduzione” perché dai test condotti su animali emerge che riducono la fertilità maschile. Il loro utilizzo non è consentito a concentrazioni superiori allo 0,1%, né nei giocattoli né negli articoli destinati all’infanzia.
Il motivo della restrizione è dovuto al pericolo di esposizione che può derivare dal masticare o succhiare per lunghi periodi di tempo oggetti che contengono ftalati, distruttori del sistema endocrino umano.
La presenza di ftalati negli articoli per l’infanzia e il conseguente ritiro dal commercio in vari Paesi europei viene segnalato sistematicamente nel sistema RAPEX a partire dal 2005. Secondo gli ultimi rapporti del ministero della Sanità si tratta prevalentemente di articoli di origine cinese. Dal 2008 una media di più di 110 notifiche l’anno riguarda questa categoria di prodotti pericolosi, per la presenza degli ftalati oltre al limite consentito.
Nel 2015 hanno rappresentato il 37% delle notifiche totali relative a prodotti per l’infanzia. Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” invita immediatamente le autorità competenti ad attivare una azione di controllo del mercato, per il tipo di rischio cui è esposto il consumatore. Infatti, in Italia che ha delle norme rigidissime in merito, è vietata la commercializzazione e l’importazione di prodotti che contengano alti contenuti di ftalati.
Il prodotto oltre a rappresentare un rischio chimico dannoso per la salute umana, inoltre non è conforme al regolamento REACH che prevede il divieto in Europa di circolazione di sostanze non registrate e prive di documentazione sui relativi rischi per salute e ambiente e sulle relative misure di prevenzione necessarie per evitarli. Inoltre per il fabbricante e l’importatore che immettono sul mercato articoli per l’infanzia con ftalati superiori allo 0,1%, ai sensi dell’art. 16 del Decreto legislativo 14 settembre 2009 n. 133, è prevista una sanzione penale con l’arresto fino a tre mesi o l’ammenda da 40 mila a 150 mila euro.