PARABITA (Le). Comune sciolto per mafia, il sindaco: “Prefetto mai risposto”. E Igeco impera
L’infiltrazione della Sacra Corona Unita nella Igeco è uno dei tasselli che compongono il mosaico a tinte fosche incartato nella relazione inviata dal prefetto Claudio Palomba al Ministero dell’Interno perché si esprimesse sullo scioglimento del Consiglio comunale
Alfredo Cacciapaglia, sindaco di Parabita, Comune sciolto per mafia due giorni fa, denuncia di essere stato lasciato solo. In solitudine, dice, ha cercato di combattere il sistema del malaffare nella gestione della raccolta rifiuti.
L’ex primo cittadino lancia accuse pesanti: l’assenza delle Istituzioni di fronte alle sue dettagliate denunce, l’assenza del Prefetto, l’esistenza di un apparato politico-economico che ha interesse a mantenere lo status quo, facendo una ripulitura di facciata.
Di certo c’è che Igeco è stata già recentemente travolta dallo scioglimento per mafia di un altro comune, Cellino San Marco, dove gestiva il servizio raccolta rifiuti. Il proprietario, Tommaso Ricchiuto di Castrignano del Capo, fu arrestato (nell’ultima volta in ordine di tempo) per una storia di mazzette, corruzione e mafia e accettò il rito abbreviato. Ma, cambiando i vertici, Igeco è rimasta sempre in sella, vincendo appalti e continuando a gestire, in proroghe pluriennali contro legge, il servizio racconta rifiuti di mezzo Salento.
Sindaco, se lo aspettava?
No.
Perché secondo lei hanno deciso per lo scioglimento?
Non lo so, voglio aspettare di leggere le motivazioni prima di esprimermi.
Ma il suo vicesindaco secondo gli inquirenti è stato eletto con i voti della sacra corona. In questo lei ha responsabilità politiche o no? Quanto meno per non essersene accorto e non aver vigilato.
Quando gli esponenti della sacra corona sono stati assunti nella ditta Igeco, io non ero né sindaco né consigliere comunale. Quindi si tratta di fatti passati che non hanno nulla a che vedere con la mia amministrazione. Io sono diventato sindaco il 31 marzo 2010 e questi già lavoravano alle dipendenze di Igeco. Bisogna chiederlo ad altri, non a me.
Ce n’è però un altro, assunto quando lei era sindaco.
Si tratta di un nipote del Mercuri, ora in carcere. Ma io non avevo idea di chi fosse, non è che ce l’hanno scritto in faccia che sono affiliati … io l’ho saputo dalle indagini degli inquirenti. Come sindaco non vado a chiedere assunzioni in giro, né vado a controllare chi siano i dipendenti delle ditte che lavorano per il Comune. Sicuramente era mio compito vigilare se fossi stato messo nelle condizioni di farlo. Se qualcuno delle Istituzioni m’avesse comunicato “attento che questi sono affiliati”. Ma se nessuno controlla …
Ma guardi che è una situazione risaputa. Igeco, non solo da lavoro ai mafiosi, ma è in regime di proroga da anni. E dal sistema della proroghe fuori legge, ci guadagna sempre e ci sta guadagnando. Il Tacco denuncia da due anni questo malaffare. Come è possibile che non siate riusciti a fermare questo sistema?
Io l’ho fatto fino ad un giorno fa. Io ho combattuto questo sistema, questo scempio. Però ci sono delle responsabilità istituzionali sulle quali chi di dovere deve intervenire. Io la mia battaglia l’ho fatta, ne sono uscito sconfitto.
E cioè quali sono le responsabilità istituzionali?
Io ho avvertito per tempo il prefetto dott. Claudio Palomba e la Regione, che chi voleva bloccare il bando dell’Aro9 (e cioè il presidente dell’Aro9, sindaco di Casarano Gianni Stefàno, ndr) favoriva il perpetuarsi dello scempio del sistema delle proroghe. Il silenzio mi pare che sia una delle risposte più eloquenti che mi sia pervenuta.
Cioè non hanno mai risposto alle sue segnalazioni sull’illegalità del sistema delle proroghe?
Nessuno mi ha risposto se non l’assessore regionale Santorsola, perché sollecitato dall’interrogazione del M5S. Santorsola mi ha risposto dandomi ragione. Ho denunciato all’Anac, che si è espressa successivamente alla mia denuncia e dandomi ragione. Ho denunciato in tutte le sedi ma evidentemente c’è un qualcosa in questo meccanismo … c’è una lotta di potere di cui evidentemente io sono vittima. Più che di potere, è una lotta di apparati politico-economici.
C’è un apparato politico-economico che ha stritolato la sua Amministrazione, questo mi sta dicendo?
Sto dicendo che evidentemente c’è qualcosa che non va, se il Comune viene sciolto per mafia e Igeco lavora in proroga, contro legge, in tutti i Comuni. Ora ha vinto anche il bando-rifiuti fatto da Matino-Parabita in attesa di quello dell’Aro9, che io avevo fatto e che il sindaco di Casarano ha revocato, lasciando in proroga il servizio a Igeco. Io ho fatto le mie battaglie e devo prendere atto della debolezza di un sindaco di paese che evidentemente non può bloccare un meccanismo più grande di lui. Quando alte Istituzioni non mi hanno ascoltato o addirittura non hanno fatto nulla, che cosa devo pensare? Ora l’Aro9 ha ulteriormente prorogato i termini della gara…
Come si sente ora?
Arrabbiato ma sereno. Come chi ha la coscienza pulita.
Che cosa farete?
Aspetteremo le motivazioni per valutare l’impugnazione del decreto. Perché sia ristabilita la verità.
Ma Igeco comunque continua a raccogliere i rifiuti per Parabita?
Si.
E questo non è un controsenso?
Ho capito, ma io non ho il potere di dare l’interdittiva antimafia. Dovrebbe darla il prefetto, se ci sono le condizioni. Ma forse fa molto comodo mantenere questo status quo. Fa molto comodo.
A cura di Marilù Mastrogiovanni su Il Tacco d’Italia