Per colmare il divario economico tra uomini e donne occorrono 170 anni
Secondo il report stilato dall’Ong internazionale Oxfam, servirebbero 170 anni per colmare il gap reddituale che intercorre tra uomini e donne
Nello specifico, una donna guadagna il 23% in meno rispetto ad un collega di sesso maschile. Questo fenomeno ha un impatto notevole sulla quotidianità di milioni di donne, non solo dei Paesi poveri o in via di sviluppo, ma anche in quelli economicamente avanzati.
All’interno degli Stati industrializzati, infatti, il lavoro non retribuito (in particolar modo per la cura delle persone) viene svolto da due a dieci volte in più dalle donne rispetto agli uomini. Questo settore potrebbe generare un valore economico complessivo di circa diecimila miliardi annui, che senza dubbio concorrerebbero ad innalzare il tenore di vita di intere famiglie dei Paesi in via di sviluppo.
Per quanto riguarda le fasce di popolazioni più povere invece, la disuguaglianza salariale costa fino a novemila miliardi di dollari all’anno di mancate risorse che permetterebbero l’uscita definitiva dalla totale povertà che affligge e vincola 795 milioni di persone in tutto il mondo.
Secondo Maurizia Iachino, presidente di Oxfam Italia,” la disuguaglianza di genere a livello economico, oggi è tornata ai livelli del 2008”.
Ed ancora continua “Nel mondo quasi 600 milioni di donne sono occupate in lavori precari come il lavoro domestico a cui da sempre sono destinate e attività agricole di sussistenza, soprattutto nei Paesi poveri. È perciò un dovere universale garantire a milioni di donne un lavoro retribuito e un reddito dignitoso, colmando il divario tra uomini e donne in termini di opportunità e diritti, garantendo contratti stabili e condizioni di lavoro sicure.
Sarà fondamentale poi affrontare con decisione la discriminazione di genere e gli abusi sul luogo di lavoro, ridurre il peso del lavoro di cura non retribuito, dare un accesso eguale a quello degli uomini alla proprietà della terra e alla proprietà d`impresa a livello globale. Solo così – conclude Iachino – sarà possibile sconfiggere la povertà estrema entro il 2030, salvando dalla fame fino a 150 milioni di persone nel mondo”.
Rossana Pesare