La Cia Puglia mobilitata per dire “no” alla introduzione del reato di omicidio sul lavoro
Lo scorso 9 febbraio è stato presentato in Senato il disegno di legge “Introduzione del reato di omicidio sul lavoro e del reato di lesioni personali gravi o gravissime”, dai senatori Giovanni Barozzino e Felice Casson
La proposta si inserisce nel contesto del Testo unico 81 del 2008 sulla sicurezza dei lavoratori, proponendo di modificare l’art. 589 del Codice penale, riferito all’omicidio colposo, al fine di introdurre il reato di omicidio sul lavoro e il reato di lesioni personali sul lavoro gravi o gravissime.
Si tratta di un disegno di legge che se dovesse essere approvato rappresenterà un ulteriore spada di Damocle sulla testa dei nostri agricoltori, che da sempre sono impegnati nel rispetto delle norme in materia di sicurezza sul lavoro, con un enorme aggravio di costi e di burocrazia. Il tutto per rispondere a norme sempre più stringenti e severe introdotte nell’ultimo decennio.
Giova ricordare che il codice penale punisce già sia l’omicidio doloso che l’omicidio colposo. Il reato sul lavoro rientra di fatto nella fattispecie colposa, e nel 2008, inoltre, è stato fortemente inasprito il trattamento sanzionatorio dell’omicidio colposo e delle lesioni personali colpose dando risalto alle ipotesi in cui tali reati siano commessi con violazione delle norme in materia di sicurezza sul lavoro.
Alla luce di ciò e alla luce anche della recente approvazione della “Disposizioni in materia di contrasto ai fenomeni del lavoro nero, dello sfruttamento del lavoro in agricoltura e di riallineamento retributivo nel settore agricolo” non si comprende un ulteriore inasprimento con l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro, con le diverse graduazioni a seconda delle norme violate in tema di sicurezza sul lavoro, il reato di omicidio sul lavoro aggravato nell’eventualità di sfruttamento sul lavoro, il reato di lesioni personali sul lavoro gravi o gravissime, il reato di lesioni gravi e gravissime sul lavoro aggravato dal concorso con lo sfruttamento sul lavoro.
Tale Disegno di Legge se approvato rappresenterà davvero una ulteriore norma penalizzante (insieme alle tantissime altre norme in materia di sicurezza e previdenza) verso le aziende agricole, che scoraggerebbe molte altre imprese nel continuare ad operare e a salvaguardare l’economia della forza lavoro, soprattutto in questo particolare momento di crisi economica per il comparto.
Gli agricoltori, quelli veri, rispettano le norme e sono i primi a garantire la sicurezza sui luoghi di lavoro, non fosse altro perché operano anche loro in azienda insieme ai lavoratori.
È evidente che le eccellenze agricole devono essere legate non solo alla qualità, ma anche alla dignità del lavoro e della vita delle persone coinvolte. Il lavoro sano si afferma con regole chiare, semplici e sostenibili, e non con l’inasprimento di norme già chiare e severe.
La Cia – Agricoltori Italiani in questi giorni si sta mobilitando e sta incontrando i senatori pugliesi per sottoporre loro queste riflessioni e per far sì che non venga approvato questo disegno di legge.
Ieri una delegazione di dirigenti regionali e provinciali Cia – composta dal presidente della Cia Puglia Raffaele Carrabba, dal vicepresidente regionale Giannicola D’Amico, dal componente della giunta provinciale della Cia di Lecce, Benedetto Accogli, e dal direttore della Cia di Lecce, Vito Murrone – ha incontrato il senatore Dario Stefàno (presidente della Giunta Elezioni e Immunità Parlamentari e membro della 9ª Commissione Agricoltura e Produzione Agroalimentare).