L’allenatore savese che abusava dei minori davanti al Tribunale sportivo

L’allenatore savese che abusava dei minori davanti al Tribunale sportivo

G.G., 46 anni, è tutt’ora detenuto nel carcere di Lecce

Dopo la giustizia ordinaria che lo tiene ancora in carcere con l’accusa di aver abusato sessualmente di due suoi giovani allievi minorenni, sul caso dell’allenatore di Sava di 46 anni, G.G. le sue iniziali, si è ora espressa la Procura federale sportiva che lo ha deferito dinnanzi al Tribunale federale nazionale sezione disciplinare.

Già sospeso cautelativamente dall’attività sportiva con misura emessa in data 30 gennaio scorso, l’indagato dovrà rispondere alla struttura disciplinare sportiva per avere «abusato del proprio ruolo e del conseguente rapporto di fiducia – si legge nel provvedimento notificato ieri -, instaurato con i giovani calciatori dei quali, peraltro – continua – era affidatario per ragioni di educazione, vigilanza e custodia, indotto taluni di questi, facendo loro promesse e/o regali, a compiere e subire atti sessuali, nonché, a filmare questi ultimi ed inviare ad esso il relativo materiale pedopornografico così realizzato».

Con la stessa istanza la Procura federale ha deferito anche la società Usd Virtus Francavilla Fontana «a titolo di responsabilità oggettiva del comportamento ascrivibile al proprio tesserato».

L’allenatore che è ancora detenuto nel carcere di Lecce ha già ammesso le proprie responsabilità nel corso di una drammatica confessione davanti al pubblico ministero della Procura della Repubblica di Lecce, Stefania Maria Mininni che ha condotto le indagini.

Era stato lui, dopo più di un mese di detenzione preventiva, a chiedere ai suoi avvocati di essere sentito dal magistrato. «Non ce la faccio più, devo raccontare tutto», aveva detto ai suoi difensori che comunicarono tale volontà alla Procura. Assistito dagli avvocati Franz Pesare e Armando Pasanisi del foro di Taranto, il 46enne aveva riconosciuto davanti al pm la sua devianza sessuale chiedendo per questo di essere curato.

In quell’occasione il presunto pedofilo spiegò, ad esempio, che le sue manie erano i video e le foto delle parti intime in erezione che commissionava ai suoi giovani allievi. Materiale che ritirava in cambio di magliette di squadre di calcio della serie A consegnate effettivamente alle sue vittime. Con un terzo ragazzino, confessò inoltre, si sarebbe spinto anche oltre arrivando ad avere con lui un rapporto sessuale esplicito.

Per la stessa «malattia» ,dodici anni prima l’allenatore era stato già arrestato sempre per gli stessi reati di natura sessuale su minori. Nel penitenziario di Lecce dove è rinchiuso in attesa dell’udienza preliminare che si terrà il prossimo aprile, l’allenatore ha già iniziato un percorso terapeutico con sedute periodiche con psicologi ed esperti di disturbi di natura sessuale.

Nazareno Dinoi su lavocedimanduria.it  del 22 marzo

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