L’Unione perde un altro pezzo: la Repubblica Ceca si “sgancia” dall’euro

L’Unione perde un altro pezzo: la Repubblica Ceca si “sgancia” dall’euro

Un nuovo duro colpo per la moneta unica dell’Unione Europea. La Banca nazionale ceca ha deciso di non mantenere il cambio fisso della corona poiché rischiava di prosciugare le proprie riserve

 

 Il tasso di riferimento fisso, ossia 27 corone per un euro, viene abbandonato mettendo a dura prova la coesione della UE già in precedenza minata dalla Brexit.

Nella fattispecie, lo sganciamento totale dalla moneta unica ha una duplice valenza: se da un lato, in vista delle prossime elezioni in autunno, il premier Bohuslav Sobotka vuole presentarsi in una posizione di forza, dall’altro durante gli ultimi mesi, la corona ceca sarebbe finita nel mirino di speculatori internazionali.

Come riportato da Repubblica, all’interno di un articolo di Andrea Tarquini, infatti, “I fondi hedge, in genere di carattere speculativo, hanno scommesso 65 miliardi di dollari su una rivalutazione della divisa cèca, costringendo la Banca nazionale di Praga a interventi sui mercati.

Turbolenze sul bilancio pubblico e sulle riserve in valuta cèche hanno spinto l’istituto alla misura estrema”. Inoltre, sempre secondo lo stesso Tarquini “Finora il cambio minimo era stato adottato per impedire che rimesse e investimenti dei cittadini cèchi all´estero divenissero troppo cari e che il tasso d´inflazione, attualmente attestato al livello del 2,5 per cento annuo, cioè ben oltre il tetto attorno al 2 per cento fissato come obiettivo dall´istituto d´emissione di Praga, aumentasse ancora”.

Un fulmine non proprio a ciel sereno quello “dello sgancio” del tasso di riferimento delle 27 corone ceche per euro (in vigore da ormai tre anni), soprattutto dopo il deludente vertice in occasione della celebrazione del 60esimo anniversario dei Trattati di Roma.

Rossana Pesare 

viv@voce

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