MANDURIA. Depuratore consortile. “Le nostre criticità sull’evolversi della situazione”
Nota stampa del circolo messapico di Legambiente
Noi soci del circolo Legambiente di Manduria, abbiamo sempre espresso dei dubbi sulle criticità che si andavano di volta in volta evidenziando, ma sempre con spirito collaborativo nel comune intento di conciliare la salvaguardia dell’ambiente con la necessita di avere un moderno impianto di depurazione.
Adesso però, alla luce della pericolosa ed estemporanea proposta di taluni di delocalizzare il sito spostandolo in una delle aree più’ belle e pregevoli dal punto di vista paesaggistico e naturalistico, non possiamo assolutamente restare in silenzio.
All’interno di questa lunga vicenda, questa proposta è sicuramente, di gran lunga, la peggiore fra tutte le ipotesi fino ad ora formulate (non che le altre fossero idonee, sic!) ed è ovvio, che se dovesse essere questo il sito, ci opporremo con tutti i mezzi che la legge ci mette a disposizione.
L’area individuata come nuovo sito del depuratore (monte dei Serpenti) si trova circondata da innumerevoli vincoli paesaggistici ed ulteriori contesti e a differenza, di quanto affermato da qualcuno, non si tratta di 10 ettari, ma di molto meno (probabilmente sarà sfuggito qualche vincolo).
Inoltre la bellezza incomparabile e l’unicità di tutta quella zona (ripeto una delle più pregevoli di questa parte del Salento) la rende inidonea ad essere utilizzata per questo scopo, infatti:
– si trova vicino a molte meravigliose masserie (ad es. Masseria Marcantuddu, la stupenda masseria dei Potenti, ecc.);
– si trova vicino al famoso sito archeologico messapico della città fortificata di Felline;
– è a fianco del meraviglioso bosco dei Serpenti che con la sua ampia biodiversità costituisce un unicum in tutta l’area di Manduria e paesi limitrofi (presenza di enormi esemplari di corbezzolo, presenza di erica arborea e presenza unica di un nucleo di querce angustifolie probabilmente ibridate con quercia virgiliana;
Inoltre si devono tener conto dei vincoli derivanti dalla legge 353 del 2000 sulle aree percorse dal fuoco (vincoli che scattano anche in mancanza di inserimento nel catasto delle aree percorse dal fuoco, perché, come ha stabilito una sentenza del Tar Liguria confermata dal Consiglio di Stato, tale inserimento ha solo valore dichiarativo e non costitutivo del vincolo); proprio a tale scopo, la nostra associazione possiede un vasto archivio documentale e video fotografico delle aree percorse dal fuoco per fini probatori.
Per ultimo, ma non per importanza, segnaliamo che:
– la nuova localizzazione del buffer 2 andrebbe a ricadere pienamente all’interno della Riserva Regionale del Litorale Tarantino Orientale;
– anche il nuovo scarico emergenziale andrebbe a finire all’interno della Riserva Regionale, proprio in una delle aree più belle e suggestive di detta Riserva. (tra l’altro anche area bosco).
– lo scarico emergenziale in questa area, oltre che incompatibile per i motivi su esposti, lo sarebbe anche per la rarissima presenza di tane di tasso e per la tipologia di vegetazione che predilige un ambiente arido e non troppo umido (ambiente il cui microclima andrebbe stravolto con uno scarico emergenziale, oltre che per i danni meccanici che tale scarico potrebbe avere sulla flora).
Quindi proprio alla luce di quanto esposto sembra incomprensibile la decisione di spostare il sito all’interno di questa area: se le motivazioni erano quelle che il vecchio sito non era idoneo per motivi paesaggistici e per motivi di vicinanza alle aree protette, a maggior ragione questo sito risulta improponibile visto che questo progetto ricade in aree sicuramente più pregevoli e , in parte, addirittura all’interno delle stesse Riserve.
Se si dovesse scegliere questo nuovo sito, risulta evidente che i rischi di ricorsi al Tar da parte di più di qualcuno, sono molto alti e concreti con un’inevitabile allungamento dei tempi per la realizzazione del depuratore per Manduria.
Sempre con lo stesso spirito collaborativo che ci ha contraddistinto, restiamo a disposizione di tutte le istituzioni per un’ eventuale incontro per poter descrivere le motivazioni delle nostre perplessità e soprattutto per individuare un sito idoneo che finalmente sia privo di vincoli e che abbia un bassissimo impatto sull’ambiente, sul paesaggio e sugli insediamenti turistico e produttivi.