MANDURIA. “Emozioni e grande interesse di pubblico per le testimonianze di chi combatte la malattia”
Nota stampa dell’ Associazione “Emma Bandelli”
Tante emozioni, testimonianze di vita e uno straordinario interesse di pubblico hanno caratterizzato l’incontro dal titolo Attraversare il tempo della malattia e della cura insieme, che si è svolto venerdì 28 aprile 2017 presso il Consorzio Produttori Vini di Manduria, a cura dell’Associazione Emma Bandelli in gemellaggio con il Gruppo “Abbracciamo un sogno” di Cagliari.
Protagonisti della serata medici, infermieri, volontari e soprattutto pazienti oncologici impegnati in egual misura e determinazione nella lotta contro il cancro ma soprattutto nella formazione di una cultura che guardi la malattia come un momento importante inscritto nel mistero della vita, ma non esclusivo o distruttivo della vita stessa.
Alla realizzazione dell’evento hanno collaborato il CEA (Centro Educazione Ambientale) di Manduria e l’Associazione Popularia, da sempre attenti a promuovere una coscienza civica nel territorio che valorizzi la qualità della vita in ogni suo aspetto.
Si sono susseguite nel corso della serata le testimonianza di Ivana, Silvia e Patrizia del Gruppo “Abbracciamo un sogno”, condividendo le emozioni che hanno caratterizzato il percorso di cura, e che hanno posto l’accento sulla ‘rinascita’ derivata dall’esperienza del dolore. Il percorso di cura della malattia “cancro” è costellato di dubbi, speranze, gioie, colori e di quanto la vita quotidiana riserva a ciascuno nella costante ricerca del viver meglio con se stessi e con gli altri, per questo condividere le esperienze è terapeutico, rappresenta un momento di sfogo emotivo e liberatorio, un’occasione per rielaborare ciò che è accaduto e ciò che si sta vivendo in quel momento.
La condivisione è lo strumento che conduce alla rinascita. In apparenza due concetti contrapposti Cancro e Vita ma che la profonda comprensione della sofferenza ha permesso di associare lungo un itinerario di riscoperta di sé, del proprio tempo, dei valori insostituibili (soprattutto legati ai momenti della quotidianità), delle relazioni autentiche. Da questa ripartenza sono scaturite forza ed energie inattese con cui è stato possibile rileggere il proprio passato, riscriverlo nel presente, ravvivato da nuove esperienze di contatto con sé e gli altri, senza troppo angustiarsi del domani.
Un domani che è certamente affidato agli sforzi sorprendenti che la scienza e la tecnologia stanno compiendo nel campo delle cure mediche a cui va ad affiancarsi una prevalente attenzione alle condizioni psicologiche del paziente, la cui serenità ed equilibrio sole possono garantire la tanto auspicata rinascita. Proprio in questa direzione si muovono i volontari dell’Associazione Emma Bandelli, rappresentata dalla dott.ssa Elena De Santis e dai medici che ve ne fanno parte, come il dott. Cosimo Brunetti, e del Gruppo ‘Abbracciamo un sogno’, guidato dalla dott.ssa Maria Dolores Palmas, nato nel 2010, che perseguono l’obiettivo di ‘umanizzare’ la malattia, circoscrivendola nel grande ventaglio delle esperienze umane, che come tali vivono e coesistono nella loro diversità.
Si è dunque parlato di colori caldi e freddi nelle loro sfumature, metafore perfette della vita e dei suoi cambiamenti, della riscoperta di sé attraverso la riqualificazione del silenzio e della solitudine, e del rapporto con gli altri attraverso forme espressive quali la scrittura, la pittura, la recitazione. In tal senso, un ruolo determinante ha svolto al buon successo della serata, la partecipazione dell’Ensemble di clarinetti “Antonio Mogavero” che con la leggerezza della musica classica si è discretamente inserita tra una testimonianza e l’altra, sottolineando la funzione terapeutica dell’ascolto che allarga le maglie della sensibilità umana e la predispone alla comprensione, all’accettazione e alla valorizzazione di ogni momento della vita.
A conclusione della serata, è stato proiettato un cortometraggio realizzato dal regista Mirko Dilorenzo intitolato Il funerale delle convinzioni, protagoniste Antonella, Carla e Tonia. Il corto, un docu-fiction che si è guadagnato un lunghissimo applauso, ha saputo magistralmente irridere attraverso una satira accorta e misurata quei falsi convincimenti circa la malattia e i suoi effetti sulla vita, deposti opportunamente in una bara che in un atto psicomagico viene poi data alle fiamme. Gli stessi attori-protagonisti hanno testimoniato con forza che Cancro non significa in automatico Morte, Solitudine, Annullamento di sé.
Al contrario la sofferenza esprime, se vissuta con lo spirito giusto, uno straordinario mondo di valori positivi che meriterebbero di essere pienamente condivisi con l’intera comunità.