SAVA. Daniele Dragone, ragazzo paraplegico, non c’è più. Alle 20.30, dopo una lunga sofferenza, è volato alto nell’azzurro del cielo. Da 22 anni era allettato a causa di un banale incidente nel mare
Si guardi allo specchio chi poteva fare qualcosa per alleviare il disagio, per il povero Daniele, e non l’ha fatto. E si dia l’aggettivo più “squalificativo” che ci possa essere
Era l’estate del 1993 quando Daniele 18enne insieme a degli amici si era recato a Torre Ovo dove, tuffandosi in mare andò ad impattare la testa contro la sabbia e, dall’ora per Daniele é stato un continuo calvario.
La mamma Cosima, il papà, e i fratelli Piero e Rosaria gli sono stati sempre amorevolmente vicino stravolgendo anche la loro vita. Daniele aveva il corpo martoriato dalle piaghe da decubito che la mamma con grande coraggio ha voluto sempre curare personalmente.
Molto apprezzata la visita fatta qualche anno fa dal Vescovo di Oria Mons. Vincenzo Pisanello e dal parroco della chiesa dei SS. Medici di Sava.
Persone molto dignitose che, avrebbero voluto una maggiore attenzione soprattutto da parte dei Servizi sociali che sono stati sempre latitanti, e di coloro che in questi anni hanno ricoperto cariche istituzionali e amministrative a livello locale.
Di questo si lamentava mamma Cosima, non più giovane e con i suoi acciacchi, la quale doveva farsi carico anche dei seri problemi di salute del marito. Di questo caso me ne sono occupato giornalisticamente riportandolo alla ribalta nazionale attraverso la Rai con “Storie Vere” e Canale 5 con “l’Indignato Speciale”, ma anche con un reportage su “OGGI” e un’articolo su “IL GIORNALE”.
Ora Daniele non c’é più, sicuramente ha lasciato un grande vuoto nel cuore dei suoi cari e di tutti coloro che lo hanno conosciuto, l’unico conforto, se così si può dire, é che Daniele ha finito di soffrire.
Mimmo Carrieri