Crest, quarant’anni
Quarant’anni. Di lavoro teatrale, perlopiù da nomadi. E tutti, proprio tutti, con i bambini, i ragazzi e i giovani quali interlocutori privilegiati
Saloni casalinghi, garage, palestre scolastiche, scantinati, teatri lontani chilometri da casa, masserie, e, per ultimo, il TaTÀ («1000 metri quadrati di teatro da abitare. Nel quartiere popolare ed operaio per eccellenza della città, ovvero il più contiguo alle svettanti ciminiere Ilva. Il più rosso… di “polverino”, le polveri di minerale»).
È lungo l’elenco dei luoghi che hanno visto nascere i nostri spettacoli. Brutti, meno belli, bellissimi da spezzare il cuore. Il teatro italiano ci ha conosciuto così, con molti spettacoli che puzzavano di umido, ci ha apprezzato, ci ha premiato anche.
Quarant’anni. Un compleanno importante per il Crest. Da festeggiare. Con un nuovo lavoro teatrale destinato ai ragazzi, ovviamente. Ecco “Biancaneve, la vera storia“, testo e regia di Michelangelo Campanale, con Catia Caramia, Maria Pascale e Luigi Tagliente, in prima nazionale, lo scorso venerdì 19 maggio, al Teatro Kismet OperA di Bari, nell’ambito della 20ma edizione del “Maggio all’Infanzia”, il festival dedicato completamente all’infanzia.
Nei fatti, continua con questo spettacolo il progetto che il Crest condivide ormai da anni con l’immaginario di Michelangelo Campanale (ricordiamo i pluripremiati “La storia di Hansel e Gretel” e “Sposa sirena”), per raccontare ai ragazzi storie che riescano a emozionarli davvero, senza edulcoranti e senza bugie, ma solo con grande rispetto della loro capacità di comprendere ed elaborare pensieri e opinioni in autonomia, semplicemente sulla strada della crescita.
Dall’archivio della Crest, una foto di “Perché?” (stagione 1977/78), spettacolo coprodotto con il Centro Studi Ricerche Espressive di Pistoia