MANDURIA. Depuratore consortile. “IL COLLETTORE DELLA DISCORDIA”

MANDURIA. Depuratore consortile. “IL COLLETTORE DELLA DISCORDIA”

Da Francesco Di Lauro, presidente dell’ Ass. culturale Azzurro Jonio, riceviamo e volentieri pubblichiamo

“Assistiamo più attoniti che impotenti allo  scempio  di logica e di buon senso, alla palude in cui, di fatto, si sono impantanati i vari esponenti, gruppi e gruppuscoli , che lottano contro l’ipotesi di collettore fognario Sava-Manduria. In buona o cattiva fede (chi ha senno per giudicare lo faccia), migliaia di manifestanti sono stati presi in ostaggio tra i fautori di due opzioni, Urmu/Specchiarica o Serpenti/Chidro.

E’ un pò come chiedere a qualcuno se preferisce una bastonata sui denti o sul naso … naturalmente,  gli unici a trarre vantaggio da questa situazione kafkiana son AQP e tutta la camarilla politico-affaristica connessa.

L’unico modo per uscire dal pantano e’  tenere la barra diritta, cioè  rispettare i 12.000 manifestanti  del 7 aprile, che ancora non conoscevano le varie ipotesi e già generosamente  bocciavano quella che un sindaco bisognoso quantomeno  di un  ‘Trattamento Sociale Obbligatorio’  prima caldeggia, poi fa finta di osteggiare con la farsa delle catene, il giorno dopo caldeggia nuovamente nelle sedi che contano, e cioè l’ipotesi Urmo/Specchiarica, con presunta nefasta modifica Del Prete, di fatto, allo stato, con scarico a mare. 

Son caduti nella trappola senza dubbio  molti amministratori di Avetrana ed il sindaco, ma anche molti manifestanti, che dissipano senza volerlo una prova di forza senza precedenti, le manifestazioni di marzo ed aprile, che avevano sbaragliato  un esercito di lanzichenecchi tra Consiglieri regionali alla Morgante e Peppo Turco, e soldatini crollati subito, come Borraccino e Franzoso, passando per Casili, che ha preferito andare nelle retrovie, fino a  sparire.

Tenere la barra diritta sulle tesi di chi non vuole questa porcheria a sud di Manduria e Avetrana (come di  Sava e Lizzano e ovunque, naturalmente) avrebbe consentito una cosa semplice semplice , cioè uscire dalle sabbie usando le sabbie stesse, cioè  costringere Emiliano a fare i conti con soluzioni alternative vere ed interlocutori credibili, soluzioni che, senza andare lontano, sono contenute nello stesso Studio di  Impatto Ambientale di AQP e che non solo considera la scelta fatta (Specchiarica) la peggiore dal punto di vista turistico ed ambientale, ma considera anche l’ipotesi di fare l’impianto in contrada Laccello (vedi relazione S.I.A di AQP  sul progetto depuratore consortile Sava-Manduria-Marine) cioè in zona vecchio depuratore, sulla via per Lecce: ovvio che Emiliano non intende vederla pur avendola sotto il naso, preferisce far scannare i polli per portarsi avanti col lavoro e consentire un bel pò di cemento e tubi  e buffer sparsi ovunque …

Abbracciare questa ipotesi di AQP,  far confluire le acque raffinate in tabella 4 nelle condotte inutilizzate Arneo ad uso irrigazione (quelle che servono anche Erchie e San Pancrazio) integrarla con lo scarico emergenziale in trincea drenante e calcareniti,  come suggerisce lo studio Moscogiuri-Delli Santi, o integrarla con la fitodepurazione, come piace a Legambiente ed altre associazioni, o ancora ‘ruscellarla’  in zona limitrofa all’impianto in modo da impedire sbocchi pericolosi in mare , sono aggiustamenti che nulla tolgono alla validità di delocalizzare davvero questo ‘eco’ mostro,  liberando territori diversamente vocati dal suo nefasto spauracchio.

Le marine, con opportuna modifica del Piano tutela acque, già scaduto nel 2015, potrebbero essere servite da Avetrana e Maruggio, come si dicono disponibili a permettere  i rispettivi sindaci.

L’entità dell’appalto e’ salvaguardato dalle varianti necessarie e magari anche, se la politica vorrà,  dagli ampliamenti necessari per Avetrana e Maruggio.

Non entrare in questa ridicola e suicida  area in cui si sbranano personaggi spesso speculari ai propri avversari (non si cerca forse di avvalorare l’ipotesi Serpente con gli stessi strumenti del sindaco Massafra?) significa avere alto il concetto di tutela del territorio, quello di tutti, non il giardino sotto casa, significa dare atto a gruppi come Manduria Lab, lista Girardi e quanti altri mi scuso di non citare, e sono la maggioranza, hanno capito che non è vero che i mezzi giustificano il fine.

Vero è invece che i mezzi qualificano il fine, cioè lo mostrano per quello che è : se Serpenti è un mezzo per fare le scarpe a Massafra fottendosene di fatto del problema depuratore, se Serpenti è un mezzo per fare questa porcheria ovunque ma non nel mio giardino, noi, per fortuna, parliamo una lingua diversa, usiamo mezzi diversi, perchè abbiamo fini sicuramente diversi.

Come sempre, la gente può e deve ancora cambiare le carte in tavola, imponendo il rispetto della volontà popolare”.

viv@voce

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