SAVA. Pubblica illuminazione. Ennesima trovata elettorale di IAIA e Calasso
Vediamo cosa c’è dietro a questo appalto e i vantaggi sbandierati per il contribuente
Il sindaco Dario Iaia e l’assessore Pasquale Calasso pubblicizzano i lavori per la pubblica illuminazione come la massima espressione della loro capacità amministrativa, spacciando questa opera come un gran risparmio per i contribuenti savesi, niente di più falso.
In primo luogo non si capisce quale sia il risparmio se per 20 anni pagheremo circa 500.000 euro all’anno, continuando a pagare all’incirca quanto paghiamo già adesso per i costi dell’energia elettrica e la manutenzione dell’impianto. In effetti le lampadine a LED consumano molto di meno di quelle tradizionali, oltre il 60% in meno e durano circa 10 volte di più, consolidando quindi, un risparmio notevole in termini economici, solo che questo risparmio va a finire nelle tasche di un soggetto privato, il quale ricevendo per l’esattezza 467.169,63 euro all’anno avrà tutto l’interesse ad abbassare i consumi per intascare tutta la differenza.
LE DUE FOTO: VIA DEL PRETE OGGI (foto 1) E VIA DEL PRETE IERI (foto 2) …
A regime, cioè quando tutte le lampade saranno cambiate, si stima un risparmio di oltre 200.000 euro all’anno che, legittimamente, il soggetto appaltatore intascherà fino al temine del contratto e cioè 20 anni. Questo risparmio, se si fosse fatto un altro tipo di investimento, sarebbe finito nelle casse comunali.
Altra grande bugia di sindaco ed assessore è quanto affermato in tante occasioni “avremo un ampliamento dei punti luci”. Ma leggiamo il contratto tra il nostro ente comunale e il soggetto privato. Da qui si evince che avremo un ribasso del 30% da applicare sul prezzo potenza unitaria in caso di ampliamenti dell’impianto in gestione e un ribasso del 48% sul prezzario regionale opere pubbliche per eventuali lavori in ampliamento.
Quindi l’ampliamento sbandierato, se si farà, avverrà si con uno sconto, ma sempre a carico dei contribuenti. Quante bugie solo per fare la propria campagna elettorale. Altrimenti perché tutta questa fretta, proprio adesso a pochi giorni dalle elezioni amministrative, vergognoso! Altri Comuni con amministratori più responsabili e coscienziosi, hanno adottato altri criteri per passare al LED e risparmiare. Vediamoli.
Nel Comune di Tradate (VA) per esempio, hanno usato lo stesso criterio del F.T.T o PROJECT FINANCING ma :
Il Comune riconoscerà al nuovo gestore un canone annuo di circa 400.000 euro, ovvero la spesa storica fissata all’anno 2016, comprensiva di costi di energia e di manutenzione. La Ambrogio Moro rinnoverà tutti i corpi illuminanti esistenti, circa 3.000, con nuove lampade a led entro due anni dalla firma del contratto e riconoscerà al Comune una percentuale del risparmio conseguito. In più saranno installati 70 nuovi punti luce a carico del gestore e saranno offerti tutta una serie di nuovi servizi
4.197 nuove “armature led” il rinnovamento di 20 quadri elettrici pari a circa il 60% della rete cittadina. La nuova gestione prevede un canone di 694 mila euro: La convenzione siglata avrà una durata di 9 anni: “Alla scadenza si potrà nuovamente ridefinire la convenzione puntando ad avere nuovi investimenti ed ottenendo così nuovi risparmi e vantaggi. Rimanendo sempre e comunque proprietari di un impianto completamente rinnovato”.
A Salsomaggiore il costo e’ di 350.000€ /anno per i consumi elettrici e circa 45.000€ per la manutenzione dell’impianto di circa 3500 lampade. Si è deciso di adottare u piano di sostituzione con ammortamento a 3 o a 5 anni , con sostituzione in proprio delle lampade che porteranno ad un risparmio di almeno 200.000 euro, che potranno essere investiti in altri progetti.
Perché non si poteva fare la stessa cosa a Sava? La pubblica illuminazione già c’è, si sarebbe potuto incominciare a sostituire un po’ alla volta e man mano il risparmio ricavato avrebbe pagato la sostituzione del resto delle lampade nel paese.
Giovanni Caforio