CONFAGRICOLTURA. “Auguri ai nuovi sindaci: operate al meglio nelle vostre realtà”

CONFAGRICOLTURA. “Auguri ai nuovi sindaci: operate al meglio nelle vostre realtà”

Lazzàro: “Ascoltate quanto di buono può nascere da esse”

La recentissima tornata elettorale amministrativa ci consegna sei nuovi sindaci.

A Rinaldo Melucci (Taranto), Franco Ancona (Martina Franca), Giovanni Gugliotti (Castellaneta), Dario Iaia (Sava), Domenico Lasigna (Palagiano) e Giovanni Barulli (Mottola) voglio fare gli auguri della mia organizzazione e miei personali per l’elezione, che è sempre il frutto dell’entusiasmo, dell’impegno e della volontà di mettersi al servizio della propria comunità. Per alcuni di loro è una “prima volta” per altri è già il secondo mandato, tuttavia agli uni e agli altri voglio augurare due cose semplici ma niente affatto scontate: di fare un buon lavoro e di selezionare le competenze migliori per portarlo a compimento.

Due concetti strettamente legati. L’obiettivo del buon governo, infatti, non può prescindere da sindaci capaci di circondarsi delle persone giuste e meglio preparate nei settori cruciali della vita amministrativa. Una classe dirigente accorta dovrebbe fare esattamente questo: scegliere le migliori “teste”. Vale anche e soprattutto per un settore fondamentale, eppure talvolta misconosciuto, come è l’agricoltura di Terra Ionica. I nuovi sindaci sanno bene che ogni comune ha caratteristiche e vocazioni proprie, ma tutti devono sapere che il settore agricolo ha bisogno, più di ogni altro, di competenze specifiche che partono dalla zolla che sta sotto i nostri piedi e giungono fino in Europa.

Sapere di che cosa si parla, studiare le carte, avere dubbi e attivarsi per scioglierli sono gli strumenti minimi per amministrare bene. Il caso delle isole amministrative di Taranto, rimaste ai margini dei finanziamenti europei, rappresenta plasticamente il “vuoto” che vorremmo fosse riempito rapidamente. Abbiamo lanciato allarmi, qualche volta nel deserto. Ora, forse, qualcosa potrebbe finalmente sbloccarsi. Il tempo perduto, però, non si può recuperare facilmente.

Per questo, a tutti i sindaci chiedo di operare al meglio nelle rispettive realtà e, soprattutto, di ascoltare quanto di buono può nascere da quelle realtà.

viv@voce

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