PER NON DIMENTICARE L’INDOTTO ILVA: A TARANTO LAVORATRICI E LAVORATORI MANIFESTERANNO CON IL SEGNO DEL LUTTO AL BRACCIO
Nota stampa dei segretari generali Paola Fresi (Filcams), Antonio Arcadio (Fisascat Cisl) e Carmelo Sasso (Ultrasporti)
Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltrasporti Uil distribuiranno oggi, a partire dalle ore 6.30 e fino alle 8.30 presso la portineria Imprese dell’Ilva, fasce di lutto che chiederanno a tutti i dipendenti del sistema indotto operante presso lo stabilimento, di indossare al braccio durante tutte le ore di lavoro e fino al 20 luglio p.v. quando al Ministero dello sviluppo economico prenderà avvio la trattativa con AM Investco, cordata aggiudicataria del Gruppo Ilva.
“Benché sia costituzionalmente sancito il diritto al lavoro e alla dignità delle persone, al netto delle appartenenze contrattuali – dichiarano i segretari generali Paola Fresi (Filcams), Antonio Arcadio (Fisascat Cisl), Carmelo Sasso (Ultrasporti) – ci avvilisce la sordità assoluta dei soggetti pubblici e privati cointeressati alla favorevole conclusione della vicenda Ilva, alla nostra richiesta di ricomprendere al tavolo istituzionale anche i sindacati maggiormente rappresentativi delle lavoratrici e dei lavoratori dell’indotto siderurgico.”
La trattativa non potrà prescindere – proseguono i tre segretari – dalla tutela di questo importante comparto “che coinvolge migliaia e migliaia di lavoratori con le rispettive famiglie, i quali verrebbero privati di una propria capacità contrattuale, nel mentre la preoccupazione che le vittime sacrificali della vertenza Ilva siano da ricercare nell’indotto parrebbe alquanto diffusa.”
Dai sette agli otto mila lavoratori sarebbero abbandonati al proprio destino, privati di capacità contrattuale in un mercato che non li garantirebbe nei casi di cambi di appalto, né di assegnazioni di commesse al massimo ribasso.
Inoltre, nelle migliori delle ipotesi, potrebbero intervenire forti riduzioni orarie e reddituali fino ad arrivare, addirittura, alla fuoriuscita dal mercato del lavoro correlato all’Ilva.
“E’ inaccettabile che altri si arroghino il diritto di decidere sul “non futuro” dei lavoratori dell’indotto e di non coinvolgere i sindacati che quotidianamente li rappresentano e li tutelano. Peraltro, la nostra battaglia vertenziale a loro favore – concludono Fresi, Arcadio e Sasso – viene da lontano, giacché siamo convinti che non possono né devono mai esistere tra lavoratori discriminazioni quanto a diritti e tutele. Anche per questo sosteniamo l’unitarietà vertenziale tra i lavoratori di tutti i settori produttivi, poiché i temi dell’ambientalizzazione del siderurgico ionico, la prevenzione della salute e della sicurezza dentro e fuori la fabbrica, la salvaguardia occupazionale di tutti i lavoratori diretti e dei sistemi appalto e indotto, si configurano come univoci ed unitariamente condivisi nella storia vertenziale confederale unitaria.”