Immobile allagato per le piogge anche se eccezionali? Il Comune deve risarcire i danni perché non fa la manutenzione alle fogne
Per la Cassazione l’ente è esonerato dai danni della “bomba d’acqua” solo se dimostra la condotta diligente, che sussiste quando la rete fognaria è sufficiente e le caditoie non intasate. Essenziale la carenza di pulizia delle strade che ha determinato l’allagamento e i danni al garage
Se, infatti, la rete di condutture risulta insufficiente, e caditoie e griglie si rivelano intasate, l’amministrazione locale non può dire di aver tenuto una condotta diligente e dunque invocare il “caso fortuito” per essere esonerato dalla responsabilità da cose in custodia espressamente prevista dall’articolo 2051 del codice civile.
Nella fattispecie i giudici della sesta sezione civile della Suprema Corte rigettano il ricorso dell’ente che deve, quindi, pagare tutti i danni subiti dall’autorimessa, usata anche come deposito, dopo che per via del temporale i locali sono stati allagati da acqua mista a fango, alta fino a un metro e mezzo, e liberata solo il giorno dopo dai vigili del fuoco.
E i danni riguardano muri e mobili. L’articolo 14 del Codice della strada parla chiaro: il Comune che è proprietario delle infrastrutture come le strade è tenuto alla pulizia. E l’obbligo di custodia vale anche sulle fogne. Anche se ha natura eccezionale la precipitazione atmosferica che ha colpito quel giorno la zona, ciò non è sufficiente per esonerare dalla responsabilità l’ente locale che si trova in colpa.
Nella specie la Ctu condotta nel giudizio di merito conferma che le «conseguenze dannose» del nubifragio «sono state amplificate» da una «serie di concause», tutte riconducibili soprattutto al Comune.
Che è intervenuto sull’assetto del territorio con opere che hanno modificato quote e pendenze oltre che ridotto la vegetazione: sotto accusa è uno svincolo stradale con sottopasso; il resto l’hanno fatto Ferrovie e privati. Vero è che se la manutenzione delle fogne fosse stata adeguata il danno non si sarebbe verificato o avrebbe avuto consistenza minore e così il comune non riesce ad ottenere neanche una riduzione pro quota della responsabilità.
Insomma, per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, la giurisprudenza di legittimità non smentisce la bontà della convinzione della nostra associazione in materia di responsabilità degli enti proprietari delle strade che continueremo a rappresentare nelle numerose azioni a tutela di cittadini e imprese su tutto il territorio nazionale.