Mola di Bari. SATYRICON. Un kolossal da camera dall’omonima opera di Petronio. Ideazione e regia MASSIMO VERDASTRO
COMPAGNIA DIAGHILEV. Stagione 2017-2018 Teatro Van Westerhout, dal 12 ottobre al 5 novembre
Ci sono anche Boy George, un Trimalcione in versione self-made-man e la donna manager Fortunata nella nuova produzione della Compagnia Diaghilev, «Satyricon – Frammenti di un kolossal da camera», riduzione dall’omonima opera di Petronio firmata Massimo Verdastro, che la porta in scena al Teatro van Westerhout di Mola di Bari dal 12 ottobre al 5 novembre (da giovedì a sabato ore 21, domenica e festivi ore 20) per l’inaugurazione della Stagione 2017-2018 sostenuta da Mibact, Regione Puglia e Comune di Mola di Bari.
Il regista e attore romano, che torna a collaborare con Diaghilev dopo gli spettacoli «Sandro Penna. Una quieta follia» e «La dodicesima notte», ha creato un trait-d’union tra il tempo dello scrittore latino e i nostri giorni, coinvolgendo alcuni tra i drammaturghi italiani più significativi e un gruppo di attori capaci di mettersi in gioco.
A interpretare quest’opera-mondo che racchiude tutta l’esperienza umana e rappresenta il ritratto di un’epoca inquieta sorprendentemente simile alla nostra, oltre a Verdastro ci sono Paolo Panaro, Elisabetta Aloia, Antonella Carone, Marco Cusani, Francesco Lamacchia, Loris Leoci e Giulia Sangiorgio, con le scene di Tommaso Lagattolla, che firma anche i costumi, mentre le luci sono di Marcello D’Agostino e le musiche di Marco Ortolani.
«Lavorare con questo cast ha rappresentato un ulteriore viaggio appassionante, parallelo al viaggio sfrenato dei protagonisti dell’opera di Petronio, il romanzo crudele della giovinezza, come qualcuno l’ha definita», dice Verdastro, che ha coinvolto tre autori chiedendo a ciascuno di loro di rivisitare un episodio del Satyricon.
Il lavoro si apre con «Tra scuola e bordello» nella versione scritta da Marco Palladini, seguito da «Quartilla» nella reinvenzione drammaturgica di Letizia Russo e dall’adattamento del capitolo più noto dell’opera di Petronio, «La cena del nulla» di Trimalcione scritto dallo stesso Verdastro con Andrea Macaluso.
Nel primo episodio, «Tra scuola e bordello», i tre giovani protagonisti – Encolpio, Ascilto e Gitone – si muovono sullo sfondo di una grande città del sud, luogo emblematico di corruzione e disfacimento di una società che confina al consumo delle merci la ragione d’essere degli uomini. Dopo l’incontro con il professore Agamennone e l’improvvisa apparizione del girone infernale di un bordello, i tre amici cercano disperatamente riparo da un mondo che nega loro qualsiasi prospettiva di vita.
Il secondo episodio, «Quartilla», racconta l’avventura, scandita da apparizioni e trasformismi, della sacerdotessa del dio Priapo. Quartilla è una bizzarra highlander in grado di attraversare le epoche senza invecchiare. Soltanto il suo latino maccheronico tradisce gli oltraggi del tempo. Così, dal primo secolo dopo Cristo, scortata dai suoi stravaganti assistenti – Psiche, Pannuchis e Boy George – giunge fino a noi moderni, più che mai determinata a punire i profanatori dei riti orgiastici di Priapo. Ed è quello che succede ad Encolpio e Ascilto, “guardones” per sbaglio delle pratiche segrete.
Nel terzo episodio, «La cena del nulla», la tessitura testuale intarsia un funambolico gioco di rimandi – da Virgilio, a Petrolini a Eliot – oltre a un prezioso contributo scritto da Letizia Russo. Il simposio più eccessivo e travolgente dell’antichità rivive ancora una volta tra farsa e melanconia, i due poli fra cui si muove il suo straripante anfitrione. Self-made-man, pirotecnico patrono di tutti i dandies, sia pure in veste brutale, ma anche ossessionato dall’incombere del tempo che scorre e dalla morte, Trimalcione affida la gestione della sua fortuna alla sua donna tuttofare, Fortunata, per l’appunto, della quale Letizia Russo disegna uno scanzonato ritratto da prima donna manager della storia. Nondimeno è l’intera schiera dei commensali – liberti arricchiti come il padrone di casa – ad inscenare con racconti, chiacchiere, sfoggi di cultura raccogliticcia, grossolanità, la miracolosa fortuna di una compagine sociale emergente.
«Ogni autore . spiega ancora Verdastro – ha esplorato quelle pagine antiche, interpretandole in modo personale, pur aderendo all’intento comune di non tradire mai lo spirito di Petronio». Il quale Petronio ci ricorda che la stagione della giovinezza è destinata a finire, come la vita del resto. Ed è per questo che nel romanzo tutti i personaggi corrono sfrenatamente contro il tempo. Perché si illudono di sconfiggere la morte.
Biglietti 8 euro (giovedì e venerdì), 12 euro (sabato e domenica). Info 3331260425.