Fabrizio Passetti, per dare una speranza ai disabili
Prima di avere l’incidente era una promessa del surf
Nel giorno in cui Papa Francesco ha voluto porre all’attenzione la vita spirituale dei disabili, abbiamo pensato anche a chi ha voluto occuparsi della loro vita materiale.
È un esempio, ma lui dice di no, ed è anch’esso un disabile. Lo è diventato dopo un incidente in moto, perdendo una gamba.
“Non voglio essere un modello – ci dice – voglio solo dare speranza alle persone che l’hanno persa. Tornare a surfare è stata una emozione bellissima, se penso che ero andato contro tutti i pareri medici, per me è stata l’emozione più grande potermi alzare poter fare un take off, e farlo senza una gamba, quella è stata una grande vittoria per me ”.
Manteniamo ancora il segreto su di chi si tratta, e intanto spieghiamo anche cos’è il take off.
È la partenza sull’onda. Quando ci si trova allineati con l’onda che sta per arrivare, bisogna remare con forza con entrambe le braccia, e non appena si sente che la tavola comincia a muoversi da sola, mettersi in piedi su questa il più velocemente possibile. Più un’onda è ripida, più bisogna essere rapidi nel salire sulla tavola. Talvolta, un take off eseguito troppo tardi può causare brutte conseguenze.
A questo punto è facile capire che chi sta parlando è un surfista e che surfista !
Si tratta di Fabrizio Passetti di Varazze, che prima di avere l’incidente era una promessa del surf.
Dopo essersi costruito una protesi speciale ad hoc è infatti tornato in mare a cavalcare le onde.
In foto lo vediamo con il tarantino Luca Laporta, trainer e tecnico ortopedico. Insieme hanno lavorato al perfezionamento delle condizioni fisiche, alla tonificazione della muscolatura del quadricipite e soprattutto all’adattamento sempre migliore della protesi. Il tutto è finalizzato alla ricerca di piccole modifiche che migliorino le sue performance sportive in mare.
“La forza che mi ha spinto a risollevarmi e riprendere a surfare l’ho trovata sicuramente nello sguardo di mio figlio. I luoghi dove ho vissuto mi hanno fatto riassaporare la vita nella loro naturalezza. Il percorso per ritornare a surfare non è stato lungo, qualcosa di più, una via crucis, un calvario senza fine. In questi anni, in queste fatiche utilizzando me stesso, sono riuscito a fare un prototipo, un tipo di gamba che spero possa aiutare altre persone a non fare la vita che ho dovuto vivere io. La protesi è la possibilità di vivere la vita” – è sempre Fabrizio che parla.
E da qui si spiega perché il suo impegno nella promozione dell’adaptive surf e di tanti altri impegni senza sosta. Per esempio quello della prima surf school itinerante.
Alziamoci e surfiamo, è questo il motto di Stand We Surf sinonimo di “yes we can”.
Questa scuola è per dare la possibilità a tutti i simpatizzanti del surf, con disabilità e non, di scoprire il vero amore per questo sport, unito a quello per il mare.
La sfida di questo progetto, non da meno, è quella di sensibilizzare la ricerca sulla creazione di protesi ad hoc adatte ad ogni tipo di amputazione, e non solo, ma che sia ad un prezzo accessibile per tutti i disabili.
Per saperne di più http://www.4actionsport.it/fabrizio-passetti-presenta-stand-we-surf-asd-la-prima-scuola-adaptive-surfing/#Kugxb6IXXqgSwC4X.99 .
Ma non c’è solo questo. Fabrizio Passetti il primo fondatore in Italia dell’ Adaptive Surfing, sfidando i muri della burocrazia che lo aveva privato della protesi per poter ritornare a fare il surf ha avviato una raccolta fondi per la Stand We Surf Asd Onlus. E questo non sarà un traguardo ma solo un inizio, per poter cominciare ad aiutare seriamente i ragazzi con amputazioni agli arti inferiori.
“La Stand We Surf ha brevettato una protesi, la stessa utilizzata da me – precisa Fabrizio – che permetterà a molti ragazzi di poter fare la differenza, cominciando a rompere le barriere delle diversità anche nelle prestazioni atletiche, migliorando la flessibilità, la reattività in acqua grazie ai materiali ultra leggeri che potranno essere usati con le stampanti in 3D”.
Il nuovo piede potrà accontentare qualunque esigenza.. Grazie ai fondi si potrà realizzare la prima produzione di plantari brevettati, creando una vera equipe di lavoro con strumenti e tecnici professionisti.
La Stand We Surf ASD ONLUS ha bisogno di essere sostenuta per il raggiungimento di un pregevole e nobile intento, ricordiamo che è una onlus e quindi senza scopo di lucro ed è la prima associazione onlus che si occupa di supportare e aiutare tutti coloro che diversamente abili hanno dovuto cambiare la loro vita.
“Con il superamento del nostro traguardo potremmo aprire una vera sede, dove i ragazzi potranno recarsi per provare a realizzare la protesi più idonea, con sostegno professionale, psicologico, e anche avere un preparazione atletica per superare i propri limiti”– ha continuato Fabrizio Passetti.
L’Associazione con questa raccolta fondi, guiderà e sosterrà gli atleti amputati ad avere una protesi adatta senza dover aspettare tempi inauditi e costi eccessivi, visto che lo sport è vita e terapia per ritrovare fiducia nelle proprie possibilità, superando i limiti dell’impossibile.
“Per realizzare il nostro primo obiettivo avendo già vinto nella vita, abbiamo bisogno di materiali unici come scanner e stampante in 3D, materiali di stampa, software CAD, macchine officina, e sviluppo del prototipo del piede” ha concluso Fabrizio Passetti.
Per ulteriori informazioni visitare il sito all’indirizzo https://progetti.ognisportoltre.it/projects/95-stand-we-surf .
Vito Piepoli