Taranto. “PULISAN LICENZIA: NESSUN REIMPIEGO PER I SEI OPERAI GIÀ OPERANTI PRESSO LA CEMENTIR”
Nota stampa
La Fisascat Cisl territoriale rende noto l’ennesimo avvio di procedura di licenziamento collettivo a Taranto nell’indotto industriale, riguardante in questo caso sei dipendenti specializzati a tempo indeterminato dell’Azienda Pulisan s.r.l. già operante presso lo stabilimento Cementir.Nella nota indirizzata ai sindacati la Pulisan s.r.l. – che nel territorio ionico impiega 54 dipendenti – ha comunicato che “a causa della contrazione stabile della commessa” a partire dal 31 dicembre p.v. cesserà definitivamente ogni attività appaltata presso la stessa Cementir, per cui risulterà l’eccedenza appunto delle suddette unità, dichiarate esubero strutturale.
Si tratta di un capogruppo operativo, un operaio autista e quattro addetti alle pulizie industriali, per i quali sono precluse di fatto misure che possano fronteggiare le conseguenze sociali, dal momento che non si prevedono possibilità di reimpiego anche per l’assenza di mansioni equivalenti.
“Al netto del linguaggio formale con cui ci è stata notificata la decisione dell’Azienda – commenta Antonio Arcadio, segretario generale Fisascat Cisl Taranto Brindisi – è un fatto che lo stillicidio che continua a colpire il settore indotto industriale, tra richieste di mobilità e licenziamenti, meriterebbe maggiore attenzione da parte delle istituzioni pubbliche, a cominciare dal Governo che noi stiamo incalzando in questi giorni in riferimento alla vendita del Gruppo Ilva ed alla salvaguardia occupazionale che rivendichiamo per gli addetti nel sistema appalto e indotto che, come è noto, è privo di garanzie sociali.”
Ancora sei unità, dunque, che vanno ad aumentare il numero stimato in circa settemila dipendenti totali a rischio di licenziamento a Taranto, qualora il Governo non riconoscesse dignità contrattuale a questi segmenti strategici dell’economia del territorio, quali appunto sono i sistemi appalto e indotto.
“Proseguiremo ancora più decisi nella nostra battaglia vertenziale – conclude Arcadio – intanto sollecitando la nuova proprietà della Cementir a rivalutare in senso produttivo questo impianto presente a Taranto da diversi decenni e poi perché convinti che dietro i numeri ci sono persone, famiglie, professionalità, attese di vita dignitosa e che pur riconoscendo la ineluttabilità delle leggi di mercato, continuiamo a credere che le stesse leggi non potranno mai azzerare la dignità delle persone che, invece, la comunità deve sostenere economicamente e socialmente.”