SAVA. Quel megaprogetto della pista ciclabile che avrebbe dato un senso ad una amministrazione al secondo mandato

SAVA. Quel megaprogetto della pista ciclabile che avrebbe dato un senso ad una amministrazione al secondo mandato

Bocciato e senza appello. Peccato per il paese

Da diversi mesi aleggiava nell’aria questa idea che Dario IAIA, nel suo entourage, lasciava passare. Ovvero, il progetto della pista ciclabile che portava da Sava alla Madonna di Pasano, meta religiosa dei savesi. A sentire i suoi afecionados si parlava di un opera che avrebbe lasciato il segno del suo passaggio amministrativo.

E così mentre il paese, anticipatamente, subiva il fascino hollivuddiano con le imponenti e maestose luminarie, Dario IAIA ha creduto così di preparare la sua probabile discesa in campo nelle imminenti elezioni politiche del prossimo marzo. Presentare alla cittadinanza l’approvazione della pista ciclabile, secondo lui, avrebbe dato senso di amore verso il paese e di rimando anche il consenso elettorale. Ma così non è stato. Per nulla. Il progetto presentato è stato bocciato in toto e senza richiesta di documentazione integrativa.

Quindi, non ammesso proprio. Il che vuol dire che tutta la documentazione che veniva richiesta dalla Regione Puglia, e prodotta, non è stata manco degna di nota proprio in virtù dei documenti mancanti. Bocciata in assoluto! E allora come si può spiegare un simile flop? La risposta è una sola: tecnici incompetenti e incapaci anche della loro materia. A monte, c’è sempre questo, che la pista ciclabile avrebbe segnato un lustro per il nostro paese. Magari per permettere a chi fa footing nelle strade rurali, dissestate, o a chi ama andare in bicicletta con pargoletti al seguito.

Il sogno svanisce. Svanisce anche l’illusione dell’imbonitore che crede, ancora, che le cicale cantano tutto l’anno. E che le meteore hanno vita lunga. Così non è stato. Anzi, così non è. E sono sempre i fatti, o meglio le azioni, che giustificano i comportamenti di una amministrazione che ha avuto la fortuna, dicasi culo, di riavere per la seconda volta le redini del paese.

Ora non sappiamo cosa deciderà IAIA dei suoi “validi” tecnici, disseminati dapertutto. In Giunta, in Consiglio comunale e negli uffici del Municipio. Ma a monte c’è che tutto questo stuolo di professionisti, detto alla Cettolaqualunque, non vale una beata minchia se questo è il risultato. E allora, secondo IAIA, quali sono i risultati che la sua amministrazione retta da tanti soldatini che sanno dire solo “sì”, deve mostrare al savese? I 50mila euro dati a un tecnico per preparare il bando di gara per la raccolta differenziata?

Oppure far vedere spese che confrontate con i Comuni limitrofi sono alla lunga maggiore, a volte il triplo e anche il quadruplo per non dire dieci volte di più? Per non parlare poi dei soldi buttati, altri 50mila euro, nelle stradine rurali che hanno prodotto una strada di 360metri tirata a lucido e qualche buca riparata saltata alla prima pioggia? IAIA, ci sa dire per quale proprietà, in specifico, era la stradina su citata baciata dall’operosità della sua amministrazione? Non ci vuole molto a capirlo …

E alle porte bussa il “rimborso Tari”. Si parla di cifre che arrivano al milione di euro. Dove li prenderà?

Ma IAIA non ha tempo ora. IAIA, pare, che ora sta provando di tutto per trovare un posto al sole. Convinto, e lo dicono anche alcuni dei suoi supporter, che Sava gli darà almeno 7-8000 voti alla prossime politiche che potenzialmente potrebbero vederlo candidato alla Camera.

A quella dei Deputati s’intende, e non a quella da letto …

Giovanni Caforio

 

viv@voce

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