TARANTO. “U Parrinu”, la storia di don Pino Puglisi, parroco antimafia, e ucciso dalla mafia
Oggi, giovedì 28 dicembre, alle ore 20, in Via Fiume 12
Raffinata, elegante e coinvolgente narrazione-confessione di una tessera molto importante nella vita di Christian Di Domenico, autore e interprete capace con la sua tenera semplicità di coinvolgere, divertire, commuovere e lasciare un segno profondo di amore.
Tutto questo è “U Parrinu”, la storia di don Pino Puglisi, parroco antimafia, e ucciso dalla mafia, che con la sua dirompente e innovativa azione educativa nei confronti dei giovanissimi e dei più adulti ha smosso gli animi di molti, scritto, diretto e interpretato da Christian Di Domenico e che sarà portato in scena giovedì 28 dicembre, alle ore 20, in via Fiume 12 a Taranto.
L’appuntamento rientra nel cartellone di iniziative organizzato per il periodo natalizio dall’associazione “Le città che vogliamo” e più specificatamente nel corso di formazione alla Cittadinanza attiva promosso dalla stessa associazione.
Nato nella borgata palermitana di Brancaccio (cortile Faraone numero 8) il 15 settembre 1937 e figlio di un calzolaio e di una sarta, don Pino Puglisi è ucciso nella stessa borgata il 15 settembre 1993 (giorno del suo 56° compleanno) dopo una vita dedicata con sincera abnegazione al sacerdozio occupandosi dei ceti più umili e diseredati e all’insegnamento nelle scuole medie inferiori e superiori fino al liceo classico Vittorio Emanuele II.
Christian Di Domenico, serio e preparato attore con alle spalle successi e insegnamento, nato a Monza nel 1969 da padre pugliese e madre siciliana, conosce in collegio don Pino quale confessore, guida spirituale, insegnante di religione e poi amico di famiglia.
Il 22 maggio 2013 recita in anteprima il monologo “U Parrinu” a Palermo di fronte all’altare della Chiesa di San Gaetano che ha visto don Puglisi officiare messa negli ultimi tre anni di vita.
“Si tratta – spiega il Consigliere regionale Gianni Liviano che ben conosce quanto sarà portato in scena – di una storia di vita vera raccontata con semplicità e naturalezza, frutto di un serio lavoro di preparazione. Un’occasione di crescita e di meditazione – conclude Liviano – da non perdere”.