Politiche 2018. AL VIA LA CAMPAGNA ELETTORALE DI STEFANIA FORNARO
Nota stampa
Sabato 10 febbraio Stefania Fornaro, candidata alla Camera per il centrodestra nel collegio Puglia 10, ha inaugurato il suo comitato elettorale in piazza Maria Immacolata a Taranto.
Bagno di folla con amici, esponenti delle forze politiche della coalizione e sostenitori del centrodestra per la giovane candidata, insieme al coordinatore regionale di Forza Italia on. Luigi Vitali, al coordinatore provinciale di Forza Italia Michele Di Fonzo e ai candidati di Forza Italia nel collegio plurinominale Mauro D’Attis e Vincenza Labriola e Gianfranco Chiarelli nel collegio uninominale Puglia 11.
«Insieme si vince», ha detto l’onorevole Vitali, «Stefania è una donna con le idee chiare e tutti insieme la sosteniamo. Per i prossimi venti giorni siamo tutti in campagna elettorale». «Stefania porta nuova energia nel circuito e con lei la squadra è più forte e completa» ha aggiunto Mauro D’Attis.
«Mi impegnerò per i giovani e le famiglie del Sud, schiacciati da tasse ingiuste, carenza di lavoro e servizi. Voglio portare avanti proposte di legge come il bonus famiglia, il reddito d’infanzia, assegni e detrazioni legati a un piano straordinario per la natalità e per l’implementazione dei servizi di scuole e asili. Nel mio programma anche impegno su legalità e sicurezza, turismo ed economia circolare e sostenibile, come il fitorimedio. Servono infrastrutture per collegare Taranto a Roma, come treni veloci e autostrada fino in città» ha detto Stefania Fornaro alla sua prima uscita pubblica.
E sulla recente visita del candidato premier del M5s Luigi Di Maio ha aggiunto, «sull’Ilva dimostra di avere le idee poco chiare e smentisce i suoi stessi portavoce che hanno sempre parlato di chiusura. Parla di riconversione in un periodo indefinito di 5-10 anni, senza spiegare come dovrebbe essere convertita la fabbrica e soprattutto con quali soldi spera di mantenere le 13mila famiglie degli operai. Addirittura dice che Ilva darà più posti di lavoro rispetto agli attuali. E le aziende dell’indotto e i loro 4mila lavoratori che fine faranno? Non ci è dato sapere. Mi pare un progetto irrealizzabile. A mio avviso non c’è altro tempo da perdere. Bisogna ambientalizzare la fabbrica per tutelare salute, ambiente e lavoro. Proposte fantasiose e beghe giudiziario-politiche come quelle del Pd fanno solo fuggire gli investitori dal territorio».